Quando si aspetta un bambino i regali che si ricevono sono tanti e spesso inutili. Vestitini non di nostro gusto o di taglie improbabili, lenzuolini per culla o carrozzina che nemmeno avessimo un hotel per neonati potremmo utilizzare tutti, serie complete di accappatoi, bavaglini ricamati e pigiamini in ciniglia, collezioni di giocattoli dai colori sgargianti il cui suono fastidioso risuonerà nelle nostre case per almeno due, tre anni.
Ci sono volute tre gravidanze per arrivare, alla scadenza della data prevista, a vedere uno dei primi regali davvero graditi, senza dubbio il più azzeccato. Una mia carissima amica, mamma multitasking come me e, al contrario di me, un animo da artista, si è messa d’accordo con il mio compagno per farmi passare a casa sua prima di andare in ospedale per il cesareo programmato. La mia pancia era ai massimi storici, 40 settimane compiute e una bimbetta iperattiva dentro. La sua terrazza era stranamente addobbata con bacinelle d’acqua e spugne, uno strano pacchetto bianco e verde in un angolo. Per farvela breve, mi aveva regalato il kit per realizzare il calco in gesso del pancione di Babyart.
Una sorpesa, davvero; non sapevo neanche dell’esistenza di questo oggetto… Cosa ancora più interessante, la mia amica non solo me lo ha regalato, ma ha anche provveduto alla realizzazione effettiva (cosa non facilissima, in realtà): io completamente nuda, lei mezz’ora passata a circondarmi la pancia e il seno con le garze già impregnate di gesso immerse in bacinelle di acqua calda – facevano circa quaranta gradi e credo che si siano fermate almeno dieci macchine ceercando di capire cosa stesse avvenendo in quella terrazza, ma si sa, noi mamme a un certo punto perdiamo ogni inibizione – dieci minuti di attesa con il gesso che prima colava e poi mi tirava ogni lembo di pelle et voilà! Avrò per sempre con me l’immagine di quando Eva Maria, oltre a riempire il mio cuore, riempiva a dismisura il mio addome (per non parlare del seno taglia sesta, ma a quello si può porre rimedio…). Oggi quel calco, dopo alcuni giorni passati ad essicare e una piccola ripulitura, è pronto per essere decorato dalle manine fantasiose dei nostri cinque bimbi e una grande cornice dorata lo attende sulla parete della nostra camera rossa, per diventare il quadro più “prezioso” che io abbia mai posseduto. Così, per la gioia del mio compagno, non avrò bisogno di fare altri figli per riportare un pò più vicina al cuore quella beata sensazione di pienezza fisica e mentale che già mi manca.
Ora il prossimo step è quello di acquistare cinque calchi per manine e piedini in 3d, realizzarli e farli colorare dai bambini. Poi dimenticarli in cantina per qualche anno, ritirarli fuori, appenderli e guardare con un velo di malinconia quanto la loro creatività nel frattempo sia cresciuta e, soprattutto, quant’era bello quando il palmo della nostra mano bastava ad accarezzare tutto il loro faccino in un secondo. Con buona pace loro che si divertiranno come matti ad immergere le manine nella tempera e poter colorare senza che qualcuno ripeta loro di non sporcare.