Mia figlia oggi è un mix tra la protagonista de L’Esorcista e quello di Shining. In due giorni, dall’alto dei suoi dieci mesi, è passata dall’essere la bambina più adorabile dell’universo, ad essere una specie di cicciobello perennemente incavolato ed urlante (anche la notte, sí). Non mangia, non dorme, ti tira capelli ed orecchini con finta nonchalance, morde le sorelle con il dente mezzo con cui sa benissimo di poter fare del male, si diletta in espressioni semi-verbali di disappunto. Uno spasso.
Chiamo il pediatra, con la scusa della tosse e sentendomi una perfetta idiota – è la terza figlia, dovrei sapere come cavarmela – gli butto là un “saranno mica i denti?”. Impietosito dall’evidente stanchezza che si percepisce dalla mia voce, mi ha dato appuntamento domani mattina, con l’altrettanto non molto velata scusa che “la pesiamo, così vediamo se mangia abbastanza”. L’ha pesata al controllo di due settimane fa, ma sicuramente la situazione sarà parecchio cambiata… Comunque, io non sono una mamma apprensiva, penso che se un figlio non mangia oggi mangerà domani, che se una notte non dorme è solo sfiga, che se piange un po’ più del normale si ossigenerà bene i polmoni. Però, vuoi la stanchezza da mamma lavoratrice, vuoi che sono una che anche col cervello non sta mai ferma, vuoi che le altre due piccole vampire approfittano dei miei momenti di stanchezza per mettere ancor più a dura prova i miei nervi… Sono stanca ed impreparata, nonostante sia la terza volta che ci passo.
È sempre bello vedere i propri pargoletti che fanno progressi, ma perché nessuno ti spiega mai le controindicazioni di quei bei momenti? Perché nelle pubblicità fanno vedere bambini che mangiano con gusto la prima pappa della loro vita spalancando la bocca e nella realtà passi giorni in cui devi imboccarli con l’impermeabile? Perché omettono il fatto che dietro a quei piedini che iniziano a poggiarsi per terra, c’è quasi sempre la schiena rotta di una mamma costretta a stare china per aiutarli nei primi passetti ore al giorno? Perché non ti dicono che la tua deliziosa principessa, conscia del potere delle sue manine e dei suoi dentini, non sperimenta quasi mai dei modi per farti del bene, ma piuttosto ti massacra? Perché al terzo figlio io mi sono dimenticata – presa nuovamente dal ruolo idilliaco di mamma premurosa – che dei primi pezzetti di cibo che gli dai quando pensa di poter fare da solo solo una minima percentuale finisce in bocca e la successiva mezz’ora la passi a bonificare bambino ed ambiente circostante?
Santo pediatra, aiutami tu.