La moda reinventa i suoi codici comunicativi. E lo fa puntando sulla gente comune. E chi pensasse che a scegliere questa strada siano marchi dal target medio-basso come Piazza Italia (bellissimo il nuovo catalogo con persone reali e hashtag di riferimento per dire la tua su twitter), dovrà ricredersi. Perchè dopo il caso American Apparel – che ha scelto come testimonial una sessantenne mezza nuda in un ristorante di New York – è nientemeno che il colosso del lusso Lanvin a cedere al fascino del “comune”.
Se il lusso punta sulla gente comune
D’altra parte, dopo campagne basate su video virali in cui i protagonisti erano i corpi sinuosi e seminudi delle modelle danzanti o l’accostamento modelli-rettili, era difficile andare oltre. La maison ce l’ha fatta, assoldando Steven Meisel e affidandogli il compito di fotografare la “normalità” dei propri abiti, indossati da “modelli per caso” tra i 18 e gli 82 anni. Il bello è che a posare per Steven Meisel non ci arrivano neanche molte super topmodel dai fisici perfetti, dopo innumerevoli casting.
“Mi piaceva l’idea di riportare questi vestiti sulla strada e vedere come vestivano diversamente tagli ed età agli antipodi. Quella delle fotografie sembra una sorta di strana famiglia e mi piace”, afferma il portavoce della maison.
Così, archiviate le modelle di fama internazionale, Lanvin ha dato il benvenuto ad un cameriere, un designer di cappelli, un’ex ballerina, un immigrato ed altre persone per riportare la sua moda nella strada, sua principale fonte di ispirazione e dimostrare che lo stile rimane tale su tutti i fisici e a tutte le età… Basta condirlo con la propria personalità, che essendo una dote tutt’altro che fisica, di solito aleggia molto di più nelle persone che incontriamo quotidianamente che non nel fisico algido di una modella o di un modello.
La prima a debuttare è stata Jacquie Murdock, conosciuta nell’ambiente della danza come Tajah, quando si esibiva all’Apollo theatre. Con i suoi 82 anni Tajah è la modella più ‘matura’ del gruppo e la campagna Lanvin è la concretizzazione del suo sogno di gioventù, quello di lavorare come modella a Parigi. Poi c’è Tziporah, stylist di cappelli 62enne, che racconta che per lui posare è stato quasi un gioco, seppur emozionante. Le storie e i racconti dei modelli ‘occasionali’, attuali protagonisti delle campagne magazine della maison, sono raccolte in un video virale lanciato lo scorso agosto, in cui ciascuno spiega cosa abbia significato per lui questa esperienza.
Che dopo gli anni del glamour e del lusso a tutti i costi, anni in cui abbiamo guardato con invidia e talvolta indignazione alle pagine pubblicitarie dei più famosi magazine di moda, ora sia la ‘normalità’ l’unico modo di fare notizia? Che sia l’unica, vera formula, per catturare e far tuo il cliente derivante da un mondo che non è quello dell’alta moda? Io lo considero un bel passo avanti verso la democratizzazione del ben vestire e in conseguenza mi piace, mi piace moltissimo… Ma non possiamo dire che la famosa crisi dell’economia mondiale, che inizia a farsi sentire anche nel mercato del lussonon c’entri nulla (a proposito, sapete che la sede storica di Tiffany è a rischio chiusura?). La campagna così realizzata, orfana dei cachet stellari delle supertop, è infatti costata meno della metà della precedente. E sicuramente ha fatto parlare molto più di sè.
Valentina Piccini
Fashion, social e biberon. Valentina è una di quelle mamme che sui tacchi continuano davvero a viverci, incuranti della scomodità ed appoggiandosi al passeggino per non cadere: che siano tacchi veri o metaforici (avete presente cosa significhi avere tre figlie piccole, un lavoro da social media strategist e una grande famiglia allargata?). La vita va vissuta in ogni suo aspetto e difficoltà... Ma tanto vale farlo da un bel tacco 12!