Il prossimo sarà uno dei pochi weekend di coppia degli ultimi mesi. Ci prenderemo tre giorni di vacanza e avremo con noi la piccina, ma vi assicuro, per chi di bambini è abituato a gestirne cinque, un neonato solo equivale allo spasso più totale. Allora tutto deciso, breve viaggio verso una meta che per noi significa tanto e fa niente se torneremo più stanchi di prima, sicuramente torneremo più uniti che mai. Ora, considerando che in due serate e tre serate avrò sicuramente a disposizione almeno un’occasione per stupire il mio compagno e che lo farò con l’abbigliamento – lui è un patito come e più di me – sto già pensando all’outfit giusto. Ok, ama i jeans come li amo io (per fortuna) e su questo non si discute. La camicetta carina c’è, il blazer giusto anche… Vada per l’accessorio.
Potrei pensare all’ultima borsa di Chanel, ma forse in quel caso lo sorprenderei a tal punto che mi lascerebbe a casa ed uscirebbe a farsi una birra con gli amici. Come al solito, ripiegherò sulle scarpe e lo farò la sera, quando alla camminata su strade sconnesse guardando vetrine di negozi potrà finalmente sostituirsi il sensuale ancheggiare su tacco alto su liscio, liscissimo pavimento di ristornate (e qui occhio a far mettere della gomma sulla suola, o la scivolata è assicurata).
Scarpe particolari, dunque, belle ma di un bello non convenzionale, scarpe che stupiscano per un dettaglio inedito. La mia mente va a quelle viste lo scorso anno in un outlet locale (e anche i prezzi outlet erano stratosferici), ma che nemmeno io, nonostante non pecchi per non vistosità, non ho avuto il coraggio di comprare. Le ricordo lì, sul loro scaffale, mentre cercavo di convincermi che erano veramente importabili e che no, nemmeno io, avrei potuto farlo, che l’occasione giusta non sarebbe arrivata mai.
Ricordo che pensavo: ma sono scarpe o stivaletti da ghiaccio? Mio dio, ma cos’è, una colonna vertebrale al posto del tacco? Poi ho visto la marca e ho capito tutto: erano scarpe Dsquared2 (collezione autunno inverno 2011-2012) e neanche le più strane, oltrettutto di altezze vertiginose intorno ai 15 cm. Eppure molte shoe-addicted ce l’hanno; ma io sono semplicemente una donna normale che cerca dettagli, non una pazza che va in giro sui pattini.
E vogliamo parlare delle pumps di Frankie Morello con tanto di coda di cavallo attaccata posteriormente? Passi per lo suede viola, che già non mi convince, ma il dettaglio sadomaso no, quello sulle mie scarpe non ci sarà mai. O degli improbabili tacchi gioiello di Mac Queen?
Se devo pensare ad una bella scarpa, non convenzionale ma non ridicola, quest’anno la mia scelta va nettamente su due nomi: Rupert Sanderson e Nicholas Kirkwood. Non c’è Marant e nemmeno Louboutin che tenga (e i prezzi, ahimè, sono quelli), ai miei piedi ci saranno loro, almeno per una sera speciale. Due designer che combinano l’artigianalità italiana più eccellente con uno studio ed una ricercatezza che un semplice artigiano purtroppo non può offrire.
Rupert Sanderson arriverà nei negozi a metà novembre con la precollezione Resort 2013, che, parole sue, gli servirà per mettere a punto la risposta al cosa vogliono indossare le sue clienti per la prossima primavera-estate, ma online possiamo già acquistare la collezione invernale. Scarpe dalle forme scultoree, quasi geometriche, che mostrano un’enorme influenza di design contemporaneo e che non hanno paura di rivestirsi di stoffe cangianti ed ipervistose. Scarpe di cui – lo dice lo stesso Sanderson – la cliente deve innamorarsi, anche perchè le sue collezioni non sono progettate per competere con i grandi numeri delle case di moda più strutturate. Il consiglio? I tacchi “palafitta” sono comodissimi ed adatti anche alle più formose ma non indossateli mai, dico mai, dove non siete certe di trovare strade lisce come l’olio… O potreste ritrovarvi a dover gettare le scarpe di cui tanto vi siete innamorate nella spazzatura in men che non si dica (il comodo effetto del tacco fasciato).
Niente tacchi per voi? Vi prego, diffidate dalle ballerine… Piuttosto affidatevi alle nuove sleepers (il nome è tutto un programma); un pò pantofole, un pò mocassini – ma tranquille, non sono quelle tanto care Briatore – anche i marchi low-cost le rivisitano in chiave contemporanea, con tanto di macro stampe o applicazioni. Non so quanti maschi le apprezzeranno, ma almeno non rischierete di rompervi le caviglie nel tentativo di fare colpo…