La Legge di stabilità 2015 ha sancito l’addio ai buoni pasto per fare la spesa, rimpiazzati dall’e-ticket tracciabile. Ecco cosa cambia
Lo scorso luglio, per effetto della Legge di Stabilità 2015, è entrata in vigore la nuova normativa sui buoni pasto: da ora in poi questi saranno sostituiti dagli e-ticket (buoni pasto elettronici rintracciabili) e non potranno più essere accumulati durante la settimana per essere spesi in un’unica soluzione (tradizionalmente per fare la spesa).
La modifica del Testo Unico sulle imposte sui redditi del 1986 ha introdotto – a partire dal 1° luglio – una nuova esenzione dalla tassazione in quanto:
i buoni pasto non concorrono a formare il reddito […] le somministrazioni di vitto da parte del datore di lavoro, nonché quelle in mense organizzate direttamente dal datore di lavoro o gestite da terzi. Il buono pasto sostituisce la mensa vera e propria (alleggerendo il datore di lavoro dalle spese necessarie a mantenerla) e non costituisce dunque un reddito, pertanto non va tassato.
Cosa di per sè positiva, se non fosse che il lavoratore attualmente non può utilizzarne più di uno al giorno, e solo nei giorni lavorativi (o festivi per chi è di turno). Senza sgarrare, perchè i ticket elettronici sono facilmente rintracciabili e si può incorrere in sanzioni anche pesanti in termine di trattenute fiscali.
Lo scopo è quelo di allineare il valore dei buoni pasto alla media europea (ferma alle vecchie 10mila lire), ma anche di orientare in maniera corretta il mercato dei ticket restaurant. Una misura di un certo peso, basti pensare che il 70% dei ticket viene ‘speso’ nella grande distribuzione e solo in minima parte realmente per il pasto al bar o al ristorante.
Per le associazioni di consumatori, si tratta di una violazione grave della libertà dei cittadini. Carlo Rienzi, presidente del Codacons, dice infatti:
ad esempio, se si decide di non pranzare o di portare il pranzo da casa, non è in alcun modo pensabile costringere il lavoratore ad utilizzare il ticket di quel giorno solo per il pasto o per la mensa. Una volta acquisito, il diritto all’utilizzo di quel buono pasto deve valere sempre e ovunque, anche in modo cumulativo.
Al supermercato, quindi, si potrà usare un solo ticket (massimo 7 euro) al giorno, provvedendo a saldare la differenza in contanti. Il controllo resta all’azienda datrice di lavoro, che attraverso l’e-ticket potrà rilevare utilizzi impropri e dunque valutare reddito l’importo pagato in ticket, tassandolo d conseguenza. Il rischio, come sempre, è a che a fare le spese di questa nuova misura siano le famiglie che attualmente utilizzano i buoni pasto per alleggerire il budget cumulandoli per fare spesa.