Ecco perchè, se fosse per me, santificherei chi ha inventato o portato in Italia catene come H&M e Zara, Mango, Okaidi, Oviesse, . Perché dentro i loro negozi tutti allestiti alla stessa maniera e con le gigantografie su cui campeggiano calligrafie e prezzi grandi e chiari, in mezzo ai loro capi colorati e divisi per tema, passeggiando tra mille accessori che non utilizzerò mai ma che non posso non avere, lì – che sia a Parigi, Roma o in Svezia, che sia il primo del mese, il giorno in cui rientrano i pagamenti con la carta di credito o quello dello stipendio – io mi sento in una specie di terra franca in cui spendere non è peccato perché “tutto costa poco”. Ma ho ragione?
Abbigliamento low cost, vizio o virtu’?
Lo ammetto: adoro i bei vestiti e gli accessori e soffro di shopping compulsivo. Sommando le due cose ed il fatto che di “donne” in casa da vestire ora ne ho quattro me compresa, diciamo che se dessi retta al mio istinto non arriverei al 10 del mese… E i giornali di moda che quotidianamente mi regalo non fanno che amplificare la mia propensione al consumismo e la sensazione di non avere mai il capo giusto da indossare o da far indossare alle mie bambine.
Ok, Zara ha decisamente alzato i prezzi (insieme alla qualità e alla ricercatezza, per carità), ma per me rimane quella di anni fa: quella che, quando vedo la grande zeta all’ingresso, mi lascia immaginare di poter uscire con buste piene e quindi infinite possibilità di abbinamento. Ed e’ quello che puntualmente faccio. E che dire di H&M, dove qualsiasi madre di un neonato si sente in paradiso?
Ma c’è un però: questa mania dello shopping low cost mi ha fatto accumulare negli anni montagne di vestiti, magliette, orecchini, guanti, cappelli, calze, reggiseni e chi più ne ha più ne metta, spesso cloni di se stessi… Anche capi basici, carini e sfiziosi, capi fashion, ma… Che dire dei cassetti e dell’armadio? Lo spazio e’ quello che è, per cui molte cose restano nascoste e mi dimentico per intere stagioni di averle.
E ora penso: quanti bei vestiti avrei potuto comprare con tutte le magliette da 10 euro mai messe? E non li avrei sfruttati di più e meglio? Probabilmente non si sarebbero neanche scucite dopo averle
indossate due volte.
Quindi, che dire… Questi negozi sembrano costruiti appositamente per dare a noi comuni mortali l’illusione di poterci permettere qualsiasi cosa, ma in realtà a parte poche sfiziose eccezioni ci portano soltanto ad accumulare ed ancora accumulare… Per poi continuare a dire, chiaramente, che non abbiamo niente da mettere. Se guardo la mia bella borsa Givenchy, mi viene da pensare che i pezzi chiave sono il vero segreto per sentirsi sempre ben vestite e questi, ahimè, non possono essere low cost: il buon gusto fa molto, ma la vera qualità, quella che fa durare le cose a lungo, mantenendole belle nel tempo, si paga e spesso – purtroppo – anche cara.
Valentina Piccini
Fashion, social e biberon. Valentina è una di quelle mamme che sui tacchi continuano davvero a viverci, incuranti della scomodità ed appoggiandosi al passeggino per non cadere: che siano tacchi veri o metaforici (avete presente cosa significhi avere tre figlie piccole, un lavoro da social media strategist e una grande famiglia allargata?). La vita va vissuta in ogni suo aspetto e difficoltà... Ma tanto vale farlo da un bel tacco 12!