È di moda l’animalier: in realtà sarebbe più giusto dire non è mai passato di moda, l’animalier, perché effettivamente lo stile maculato è a tuttoggi ancora in auge nell’abbigliamento come anche nell’arredo d’interni, tant’è che alcune maisons lo hanno riproposto anche per la prossima stagione autunno/inverno. D’altro canto, le fashion victims continuano a manifestare apprezzamento per le stampe “rubate” alle pellicce di animali esotici. Gli stilisti hanno rivestito con stoffe di questa fantasia tutto, o quasi… Roberto Cavalli, ad esempio, da sempre aficionado storicamente all’animalier al punto da farne la sua cifra stilistica, ha addirittura creato una linea di cioccolatini decorati con il maculato (sia la cioccolata che la confezione) da mettere in vendita presso il suo Caffé Giacosa al numero 10 di via della Spada a Firenze.
Ma col termine animalier ci riferiamo, in realtà, ad un’ampia gamma di decorazioni che includono il leopardato, lo zebrato, il tigrato, il pitonato che solitamente è sintetizzato nel termine maculato. In origine, questa decorazione veniva ricondotta al culto dionisiaco, associato all’ebrezza e alla lussuria. Torna di nuovo in uso in epoca moderna, ad esempio nell’iconografia quattrocentesca di Maria Maddalena che sovente è rappresentata con la pelliccia maculata, in riferimento ai trascorsi lascivi della santa. L’animalier è associato anche all’esoterico e al satanico, in particolar modo durante il Rinascimento, quando si iniziò a studiare il paganesimo antico e la civiltà egizia, in cui il leopardo rappresentava un vincolo con l’adilà.
Nomi illustri del secolo appena trascorso hanno indossato il maculato: dalla ballerina del Folies Bergère Josephine Baker, ritratta negli anni ’30 con costumi succinti da donna-pavone ad attrici come Ava Gardner o Audrey Hepburn nel film Sciarada del 1963. La prima maison che, nel panorma della moda internazionale, utilizzò le stampe macultate fu Dior, per la p/e del 1947, quando sdoganò lo stile esotico avvolgendo le sue modelle in chiffon leopardato impalpabile. Dopodiché c’è stato un crescendo continuo nell’uso di questi tessuti. Da Versace a Galliano, da Gaultier a McQueen, da Alaïa a Mugler. Anche per il prossimo autunno/inverno gli stilisti vogliono di nuovo la donna panterata, tigrata o dalmata a seconda delle varie declinazioni. Nonostante ci sia chi lo considera kitsch e chi invece ormai démodé, in realtà vari designers lo hanno riattualizzato per i freddi dei prossimi mesi. Se già alcuni stilisti hanno proposto il look fashion jungle per la p/e ancora in corso, altri lo hanno inserito in collezione per l’inverno 2014. Ecco, quindi, che di nuovo siamo stati catapultati nello zoo metopolitano anche alle sfilate per l’a/i 2013-2014:
Paola Frani (qui a sinistra), con disegni in grigio sia per l’abito che per il vaporoso cardigan di mohair, come pure per la gonna al ginocchio in chiné a rilievo. Giambattista Valli (a destra) realizza abitini da sera in seta radzmir stampata.Versace e la sua pelliccia di visone giallo-nero (in basso a sinistra, del valore di quasi €26.000), Moschino e la sua Chip&Chic di nuovo ripropongono l’animalier. Capi realizzati in cavallino (come la pelliccia di Emilio Pucci (qui a destra) con collo e inserti in volpe e kidassia) e Just Cavalli (in basso a sinistra) che propone, tra le altre creazioni, l’abito in velluto con stampa tigrata.
Burberry (in basso a destra) propone i suoi trenches rivisitati e corretti con tessuti usati sono molto vari e vanno dal gabardine di cotone al cashmere lucido, dal visone e vitello con stampa animale al cuoio laminato stampato con effetto pitone.
Anche i marchi low cost (nelle ultime tre foto) hanno fatto sfilare capi in passerella col diktat del maculato: nell’ordine, blazer per Zara ed H&M, camicetta effetto vedo-non-vedo per Silvian Heach. Tutti hanno puntato sul look sauvage.
Tessuti in jersey, viscosa o poliestere per le proposte dei marchi più commerciali, ma sempre di estrema attualità, in linea con le tendenze “graffianti” delle grandi maisons della moda internazionale. Per essere cool ci vogliono aggressive? Allora ruggiremo!