Quante di voi hanno un capo tartan nell’armadio? Lo scorso anno questo tessuto ha spopolato, sicuramente ve ne ricorderete, ogni stilista aveva fatto le sue proposte, dai total look agli accessori. Eppure pochi sanno da dove arriva la moda del tartan: vi stupirete nel sapere ad esempio che, al contrario di quanto di solito si pensa, il tartan non è solo la tipica stoffa di lana a quadri originaria delle Highland scozzesi, ma ha origini molto antiche, risalenti addirittura al MedioEvo, quando i diversi tipi di tartan venivano usati per distinguere gli abitanti delle varie regioni.
Quand’è che il tartan è diventato uno status symbol? Presto detto: nel 1800 la Regina Vittoria decise di indossarlo, insieme al marito, per i loro soggiorni a Balmoral. Da lì in poi il tartan ebbe corsi e ricorsi storici fino ad arrivare ai giorni nostri, indossato da persone comuni e star hollywoodiane.
Negli anni Settanta il tartan, nella versione rivisitata e moderna, era il simbolo delle ragazze Preppy e Ivy League, mentre in chiave punk perdeva la sua essenza bon ton per divenire il simbolo della ribellione e dell’anticonformismo delle nuove subculture che stavano nascendo. E ancora, il grande salto negli anni ’90 quando il tartan venne adottato dai grandi gruppi grunge come i Nirvana e i Pearl Jam, entrando di fatto nell’olimpo dei capi status symbol contemporanei.
Tra gli stilisti che lo hanno consacrato sulle passerelle internazionali ovviamente c’è Vivienne Westwood, regina della moda punk, ma oggi? Nel 2015 il tartan torna ad invadere le passerelle delle principali fashion weeks passando dalle gonne kilt di Chanel, Antonio Marras e Maison Margiela
ai cappottini di Miu Miu, Blugirl e Massimo Rebecchi che li abbina a gonne dello stesso tessuto.
Naturalmente il tartan ormai è stato sdoganato dall’aria casual o punk e, abbinato ai giusti accessori, diventa un capo estremamente cool. Provare per credere.