Paris Fashion Week. Ecco a voi le novità presentate a Parigi per il prossimo a/i.
Durante l’ultima settimana della moda di Parigi, ultima in Europa nel calendario delle Fashion Week, direi che a stupire è stato come sempre lui, Karl Langerfeld, che ha trasformato il Grand Palais parigino in un gigantesco supermarket targato Chanel.
Ottanta modelle, che per la prima volta non sfilano ma si divertono spingendo carrelli loggati tra scaffali stracolmi di alimentari e prodotti per la casa firmati con la CC o con il ritratto stampato di Coco.
Guidate dall’immancabile Cara Delevigne, le indossatrici presenti alla Paris Fashion Week di febbraio hanno calzato comode sneakers fluo e indossato confortevoli tute in un inno alla praticità ma soprattutto alla libertà.
Non sono mancati cappotti in tweed ed i classici tailleur bon ton. I colori, romantici, hanno spaziato dal grigio mélange al fucsia, dal rosa al corallo.
Valentino invece si è ispirato alle correnti artistiche in voga tra gli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento. I designer si sono, dal canto loro, soffermati soprattutto su Giosetta Fioroni, Carol Roma e Carla Accardi. Tre donne indipendenti che hanno affrontato temi profondamente femminili. Quindi, spazio ad abiti leggeri e ricchi di dettagli dal gusto bohémien, gonne a ruota e camicie dai colletti rigidi alla Paris Fashion Week. Look arricchiti da stampe a pois rosa, bianchi e rossi e ricami luxury di farfalle, fiori e uccelli.
Modelle diafane che sembrano elfi per Alexander McQueen alla Paris Fashion Week con la collezione creata da Sarah Burton. Sulle note di Bijork, hanno sfilato voluminosi abiti di organza riccamente lavorati, con silhouette a impero, impreziositi da pizzi sangallo e trasparenze, capispalla confezionati in broccato. I colori sono cupi, dal nero al marrone e blu scuro.
Raf Simons per Dior ha proposto una collezione per una donna energica e sicura di sé. Ci sono giacche doppiopetto senza maniche, cappotti over ma strizzati in vita da lacci colorati, tuniche in seta. La sera, invece propone abiti dritti con spacchi profondi.
Il team di Maison Martin Margiela ha portato in passerella camicie da notte anni ’30 che si fanno abiti, giacche sartoriali,che diventa bustier, grembiuli che diventano evening dress in pizzo. La silhouette è netta e precisa. Le giacche hanno spalle strutturate, gli abiti hanno le maniche aerodinamiche e i cappotti con vita enfatizzata da cinture di nastro.
Givenchy, firmata da Riccardo Tisci, si è ispirata al cinema. Il film è la Belle de jour di Luis Buñuel. Rappresenta un’eleganza tutta francese per una donna femminile e consapevole, dalla forte sensualità, che rilegge il bon ton e lo rendo attuale.
Giambattista Valli ha fatto sfilare in passerella le sue donne con gonne che di aprono a corolla, invece quelle degli abiti dal busto piccolo acquistano volume dalla vita in giù e si aprono a ruota. Geometrie jacquard black&white fanno da contrappunto a sfumati delicati come confetti, che vanno dal tenue al rosso, passando per ricami e rose giganti che sbocciano sugli spolverini.
E per finire Saint Laurent, dove lo stile grunge viene accantonato e ha mandato in pedana una collezione che s’ispira al lavoro dell’architetto John Baldassari attraverso tre abiti d’alta moda in tiratura limitata di dieci pezzi. Una collezione quindi grintosa, quella presentata alla Paris Fashion Week, tra kilt scozzesi, gonne corte di cristalli a pieghi e mini abiti in velluto con le gambe fasciate da coprenti calze nere, blazer e una serie di cappotti che fanno uso raffinato delle pellicce.