Tornando con la mente a quel lontano 1994, quando Jovanotti cantava questa canzone, mi scopro di nuovo una ragazzina esilissima e dal taglio di capelli improbabile alle prese con i primi tormenti d’amore e per la quale la pioggia rappresentava il pretesto per farsi coccolare dal papà sul divano o per saltare la prima ora di lezione perchè avevo perso l’autobus nel tentativo di trovare un ombrello.
Ne è passato di tempo e la pioggia ho imparato ad odiarla. Anche perchè all’università vivevo in una città che definire fredda è poco, dove l’umidità ti entrava fin nelle ossa e nei giorni invernali di pioggia non bastava neanche il piumino lungo stile lombrico (andava di moda, lo giuro e costava pure uno sproposito) a ripararti. Da quando sono diventata mamma, poi… Immaginatevi che significhi caricare in macchina tre bambine la mattina mentre diluvia, o riportarle a casa mentre hai in mano l’ombrello e magari anche le buste della spesa. Sì, oggi posso decisamente dire di detestarla la pioggia.
Ma non posso evitarla (chi diceva “la pioggia cade e se ne frega?): la pioggia c’è, esiste, e si può solo affrontarla nel modo migliore. Nel mio caso, nel modo più colorato ed ironico possibile.
In gomma, colori pop o fantasie eccentriche, i rain boots sono ciò che ravviva le mie giornate di pioggia e mi permettono di uscire senza bagnarmi con una spugna alla prima pozzanghera e senza scivolare sull’asfalto bagnato. I miei e quelle delle mie bimbe sono low cost, ma se volete una panoramica sui migliori, non si può che partire dai classici – forse imbattibili- Hunter. Non dei semplici stivali da pioggia, ma un qualcosa che garantisce calore e impermeabilità, comodissimi grazie alla suola ergonomica e assolutamente cool per
le reminiscenze legate alla caccia e alla pesca che ne hanno fatto innamorare fashion icons come Kate Moss.
I modelli poi accontentano proprio tutte: colori standard, fluo, metallici, fantasie geometriche e floreali, fibbie e borchie per chi si sente di osare e interni in lana per le freddolose. Ora anche un modello nato in collaborazione con Jimmy Choo con stampa in coccodrillo, fodera stampato leopardo e accessori metallici dorati. Un look davvero unico e di classe per degli stivali in gomma. |
Rain boots Hunter |
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Jimmy Choo per Hunter |
Una alternativa low cost (oltre alle solite catene che ne hanno di coloratissimi e particolari, anche per bambini)? Gli stivali Plueys, in vendita sulsito, che consegna anche in Italia, a circa 45 euro. E per i bambini, le alternative economiche sono infinite e spiritosissime.
Carinissima la capsule collection Digital Rain di Havaianas, creata ispirandosi ai collage dell’artista scozzese Lola Dupre, i cui frammenti grafici in sfumature blu – parole dell’ideatore Matthew Williamson – ricordano la pioggia e una cascata d’acqua. |
Matthew Williamson per Havaianas |
Siete delle vere e proprie fanatiche del tacco e non ci rinuncereste mai? Dsquared vi accontenta e lo fa con un rain boot giallo fluo, da portare con calzettoni in spugna college e abbinare ad un paio di shorts o minigonna in jeans (ma secondo me non stonano affatto sui leggings).
I modelli di stivali da pioggia comunque sono pressochè infiniti e dopo varie stagione di sperimentazione da parte delle grandi case, sono certa che uno giusto anche per voi esista.
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Fendi |
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Rain Level Boots |
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Dolce e Gabbana |
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Ballin |
E con gli ombrelli, come la mettiamo? Io ho una capacità innata di perderli, come penso tante di voi… Quindi il mio ombrello deve essere ben visibile e , sicuramente, antinoia! Bellissimi questi di Pasotti, con interno fantasia e dai manici particolrai (confesso, al teschio non resisto).
Ma cos’è il vero must di una giornata uggiosa, uno giornata London-style, per capirci? Il trench, ovviamente! E se è vero che “il” trench è Burberry e il classico è nelle tonalità del beige, bhè, se volete completare l’effetto iniezione di gioia, optate per una tonalità shock, proposta anche da Burberry stesso.
Probabilmente il sole non tornerà, ma l’effetto vitaminico è garantito.