Ad AltaRoma è scesa in passerella anche la suggestiva collezione della stilista-architetto Sabrina Persechino dal titolo Jaali.
Altaroma è indubbiamente una delle manifestazioni capitoline di punta nell’ambito della moda nostrana: non solo perchè racchiude il meglio dell’haute couture romana e non, ma anche perchè è un’occasione per vedere dal vivo creazioni davvero meravigliose.
Proprio come quelle della stilista Sabrina Persechino che sono scese in passerella sabato 28 gennaio, sfilando nella cornice del Guido Reni District, nel cuore della Capitale.
La collezione della stilista-architetto anche questa volta, come nelle collezioni precedenti, è stata guidata da un fil rouge molto particolare: ad ispirarla questa volta la Jaali, una pietra perforata a mo’ di grata, lavorata solitamente con motivi ornamentali realizzati attraverso l’uso della calligrafia e della geometria.
Secondo quanto spiega la stilista
questa griglia consente la visione in una sola direzione, oltre al passaggio di luce e aria, ed è fondamentale nelle società islamiche per preservare l’intimità familiare, permettendo così di poter guardare fuori impedendo a chiunque di osservare all’interno.
Un sorta di brise-soleil moderno spesso utilizzato nelle architetture contemporanee per realizzare un effetto di smaterializzazione dell’involucro dunque, un elemento di separazione tra interno ed esterno che assume il ruolo di filtro capace di dosare e modificare il passaggio della luce a seconda delle ambientazioni e dell’incidenza della luce. Dunque ancora una volta le ispirazioni di Sabrina Persechino pescano nell’ambito dell’architettura, un mondo a lei caro e familiare dal quale la designer spesso attinge con talento eccezionale.
Jaali diventa così l’elemento che caratterizza tutta la collezione della stilista: l’intaglio della pietra viene utilizzato nella creazione del macramè geometrico, elemento di forza e trasparenza negli abiti bianchi dalle forme lineari e pulite, e dà vita ad una griglia ornamentale che lascia intravedere con garbo la siluette esaltandone la femminilità.
Dal gioco della rifrazione e dalla deviazione della luce nel suo passaggio nella Jaali, scaturisce invece il tessuto in filigrana oro che si traduce in un intreccio di sottili fili in resina ritorti a creare un elegante effetto di struttura traforata.
L’oro diviene dunque protagonista della collezione di Sabrina Persechino insieme al bianco: l’oro lega infatti tutte le altre trame in piqué di seta nero e sabbia le cui ampiezze emulano le suriyah libiche, mentre il resto delle nuance affonda le radici nelle architetture arabe e nei colori tipici del deserto.
[ph] S. Dragone – G. Palma / Luca Sorrentino