Nessuno può tornare indietro e ricominciare da capo, ma chiunque può andare avanti e decidere il finale.
(Karl Barth)
Giunta la fine dell’anno, eccoci pronti a fare bilanci e stilare buovi propositi per il nuovo anno… Dite la verità, quanti ne avete letti nei social in questi giorni? I miei includono: passare più tempo con i miei figli, mettere su una bella muscolatura, trovare la svolta in un lavoro che comunque mi regala già tante soddisfazioni.
Tutti noi siamo soliti fare bilanci e creare una lista dei buoni propositi e l’anno nuovo, insieme al mese di settembre, è il momento in cui qusto avviene maggiormente.
Per poi, spesso, ritrovarci un anno dopo a guardare con insoddisfazione a ciò che non abbiamo ottenuto. E allora, come uscire da questo empasse? E perchè i buoni propositi di inizio anno di solito falliscono?
Proprio perchè sono desideri e non OBIETTIVI. Ed è qui che il metodo SMART può venirci in soccorso.
Se io dico, ad esempio, che nel nuovo anno voglio trovare un nuovo lavoro più soddisfacente, per poi trovarmi a dicembre insoddisfatta col mio lavoro di sempre, cosa non ha funzionato? Se dico che sarà l’anno in cui mi libererò dall’ansia, perchè poi non va così?
E’ normale desiderare qualcosa, anzi, è psicologicamente sano farlo, ma non dobbiamo confondere ciò che desideriamo con ciò che possiamo effettivamente realizzare.
Prima di stilare dei buoni propositi, cerchiamo quindi di definire quelli realizzabili utilizzando questo metodo di impronta PNL!
Secondo il metodo SMART un buon obiettivo deve essere:
- Specifico: “Trovare un nuovo lavoro” non implica un’azione concreta. Mettere mano al vecchio curriculum, sfogliare annunci di lavoro, frequentare corsi per migliorare le nostre competenze sì ed è questo che dobbiamo fare: piccole azioni concrete che ci portino verso l’obiettivo finale.
- Misurabile: “Trovare un lavoro migliore”, ma migliore in che senso? “guadagnare 500 euro in più al mese”, non lavorare la domenica, rientrare a casa alle tre anzichè alle sei sono misurazioni che ci consentono di “misurare” il nostro obiettivo.
- A portata di mano: “non soffrire più di attacchi di ansia”, ad esempio, è un obiettivo frutto di un percorso molto lungo ed impegnativo. “Vedere uno psicologo”, “prendermi un quarto d’ora al giorno per meditare”, “parlare con qualcuno che possa aiutarmi nei momenti no”, sono invece passi alla mia portata che conducono all’obiettivo.
- Realistico: “Voglio smettere di litigare col mio partner”, bello, per carità, ma se attualmente non vi parlate nemmeno per affrontare i problemi alla radice del malessere, non molto realistico.
- Temporizzato: tornando al dialogo col partner, non possiamo aspettarci di risolvere problemi e litigi in una settimana, anche perchè non dipende solo da Noi. Possiamo, però, darci un tempo di tot mesi durante i quali cercheremo di parlare con lui/lei in maniera costante, partendo dalle piccole cose, prenderci tempo per la coppia, affrontare pian piano questioni spinose.