E dunque domani per me sarà l’ultimo giorno in cui dovrò improvvisarmi (anche) insegnante.
Io brinderò alla fine della scuola con una gioia ancora maggiore degli scorsi anni (le mie amiche sanno quanto mi piaccia avere i bimbi a casa!) , perchè vedo che anche le mie figlie non ce la fanno più.
Anche, appunto. Perché io, come molte mamme, sono abbastanza stanca. Ma qui sono loro che contano, non io. Loro che da un giorno all’altro si sono attrezzate con i loro pc praticamente mai provati. Loro che hanno rinunciato a vedere le amiche. Loro che hanno messo la sveglia alle 7 da sole per essere puntuali alle videolezioni.
Grazie, bambine.
Grazie anche ai vostri insegnanti che nei limiti del possibile vi hanno aiutate in questo percorso.
Domani tireremo tutte un sospiro si sollievo e tornaremo a litigare per la fetta più grande di cocomero ❤️
Io intanto continuo a farvi ridere con i miei abbinamenti, che quando usciamo di casa mi prendete in giro, ma mi sento libera e grata.
A voi, a tutti i bambini veri e grandi eroi di questa didattica a distanza, dedico la poesia che per tanti anni mi ha fatto compagnia appesa sopra la mia scrivania, mentre studiavo la sera tardi perchè arrivavo sempre all’ultimo minuto.
Se non puoi essere un pino in cima alla collina,
sii una macchia nella valle, ma sii
la migliore, piccola macchia accanto al ruscello;
sii un cespuglio, se non puoi essere un albero.
Se non puoi essere un cespuglio, sii un filo d’erba,
e rendi più lieta la strada;
se non puoi essere un luccio, allora sii solo un pesce persico-
ma il persico più vivace del lago!
Non possiamo essere tutti capitani, dobbiamo essere anche un equipaggio,
c’è qualcosa per tutti noi qui,
ci sono grandi compiti da svolgere e ce ne sono anche di più piccoli,
e quello che devi svolgere tu è li, vicino a te.
Se non puoi essere un’autostrada, sii solo un sentiero,
se non puoi essere il sole, sii una stella;
Non è grazie alle dimensioni che vincerai o perderai:
sii il meglio di qualunque cosa tu possa essere.