KINDEROMETRO: i piccoli momenti che fanno la differenza studiati da Kinder e Ipsos (e perché non dovete sentirvi in colpa)
Inizia la mattina, corriamo qua e là per casa cercando grembiuli che sembrano svaniti nel nulla, infiliamo le scarpe per uscire e “mamma ho dimenticato la merenda!”. La merenda, nel nostro caso, è il Kinder Colazione Più, che io adoravo e che adorano anche le mie bimbe: un rito che si tramanda e che testimonia come Kinder sia presente in tanti momenti della quotidianità da ormai tre generazioni!
E voi direte: “che ci frega della vostra merenda, questo non è un post sulla felicità in famiglia?”. Si, lo è.
Perché Kinder, forte del suo ruolo all’interno della quotidianità delle famiglie, ha commissionato a Ipsos – centro specializzato nelle ricerche di mercato a livello mondiale – il “Kinderometro, il rilevatore dei piccoli momenti”. E da questo studio su scala internazionale emergono elementi davvero interessanti.
Ho partecipato alla presentazione del Kinderometro alla Luiss Hub e quello che ne è emerso secondo me si raggruppa in due concetti principali:
- 1.I piccoli momenti quotidiani che i genitori condividono con i bambini sono quelli che hanno più impatto nelle loro vite, ma noi non ce ne rendiamo conto
- 2.I genitori cercano la perfezione, non la raggiungono ovviamente, e si sentono in colpa per questo.
Ma facciamo un passo indietro: il Kinderometro prende in esame campioni di famiglie in cui viene analizzato il rapporto genitori/figli ascoltando il parere di entrambi.
L’analisi è stata condotta in 5 paesi europei (Italia, Francia, Germania, Gran Bretagna e Russia), intervistando mamme, papà e figli tra i 7 e i 15 anni e c’è da dire che, pur con qualche particolarità, le famiglie di questi paesi hanno risposto in maniera piuttosto omogenea.
Prima sorpresa: se pensate che la mamma italiana sia quella degli stereotipi, ricredetevi! Pensate che tra i 5 paesi in esame i genitori italiani sono quelli che abbracciano e baciano di meno i loro figli… Sì, meno dei “freddi” russi o dei “rigidi” inglesi.
Il quadro generale che emerge a livello internazionale è che genitori e figli hanno un buon rapporto e questa cosa è percepita molto di più dai figli che dai genitori: i genitori sono impegnati a sentirsi in colpa per il poco tempo a disposizione e rinuncerebbero anche ad una parte di benessere economico, per averne di più.
Insomma, siamo una generazione che sente di non fare mai abbastanza per i propri figli, mentre secondo loro noi non siamo poi così male e sono soddisfatti del nostro modo di crescerli.
Ma sapete cosa, se interrogati, i ragazzi vorrebbero di più da noi? Del tempo per fare cose insieme. E come ci ha spiegato lo psicologo presente all’evento questo è il vero tempo che dovremmo trovare: quello di vedere un film insieme mangiando popcorn sul divano – in questo io sono una specialista – quello di giocare insieme, di cucinare insieme, di chiacchierare… insomma, quello dei piccoli momenti che contano.
Come emerge dal Kinderometro e come confermano gli esperti, sono questi piccoli momenti – più che le grandi cose – ad avvicinare davvero genitori e figli e a rafforzarne lo stretto legame.
Un bacio, un abbraccio, una tazza di cereali mangiata insieme a colazione, quattro chiacchiere a cena, cimentarsi in giochi improvvisati, queste sono le cose per cui dovremmo “perdere tempo”. E non sprecarlo per sentirci in colpa, perché questo studio lo dimostra: per i nostri figli siamo abbastanza.
Post in collaborazione con Kinder Italia