Io ho un sogno e ti (vi) ci devo portare.
Sogno un mondo in cui io possa infilarti in valigia con me e tenerti sempre accanto. Sogno una vita che non mi faccia fare i conti con il tempo che fugge, con i treni che passano.
Io ho un sogno e in questo sogno le mamme lavorano e i bambini crescono ugualmente accanto a loro, le mamme li vedono sempre chiudere gli occhi la sera e sentono i loro piedini nel letto la mattina.
Ho il sogno che voi rimaniate per sempre le mie bambine e che questo tempo non scorra così tirannicamente frenetico. Sogno di scegliervi i vestitini la mattina e non la sera prima, insieme agli zaini da preparare, ai lavori da finire. Entriamo a scuola per mano e io sono lì ad aspettarvi quando uscite, accovacciata in attesa del vostro abbraccio e delle vostre mille parole in un secondo.
Sogno di vedere con voi Frozen in loop per due giorni interi, di cantare insieme le canzoni delle principesse e sapere che il giorno dopo sarà ancora più bello, perché voi siete felici, perché avete la vostra mamma vicina o qualcuno che con amore vi prepari pane e cioccolata ed ascolti come avete esplorato gli angoli oscuri del giardino di scuola.
Vi voglio portare in un mondo dove non c’è paura del futuro, perché il futuro può solo essere solare. Dove la vostra mamma è il porto sicuro che tutte le paure se le mangia a colazione con il caffellatte, dove non deve vedervi filtrate da uno schermo.
Io ho un sogno e vi ci voglio portare. Voglio portarvi nel futuro che sto cercando di costruire per voi, ma vorrei farlo senza avervi tanto spesso lontane.
Piccoli pensieri serali sparsi di una mamma lavoratrice stanca, a volte così stanca da non riuscire a sognare.