La mamma multitasking è quella sempre crescente specie di donna che si divide tra la vita familiare e quella lavorativa. E’ una specie di donna che prepara tutto la sera perchè la mattina ha i minuti contati – vestitini, zainetti, documenti – e che mangia panini davanti al computer perchè il tempo non è che lo recupera nel corso della giornata. La mamma multitasking cerca di arrivare a tutto, ma alla fine le manca sempre un pezzo. Ed è quel pezzo che le manca che la fa sentire così inadeguata.
Alla mamma multitasking dovrebbero dare il Nobel, un Nobel per ognuna, ma non possono consegnarne tanti e quel Nobel non lo avrà mai. Nessuno da un premio a chi fa una vita ordinaria, famiglia, lavoro, problemi in famiglia, problemi coi figli, problemi sul lavoro, problemi e soluzioni che sembrano non avere una fine, perchè il premio si da solo a chi compie imprese straordinarie o magari all’ultimo “genio” arrivato che scrive cento pagine senza senso e ritira il suo Nobel.
Però, c’è un però: nessuno premia la mamma multitasking quando svolge la sua ordinaria attività da mamma, moglie, donna, sorella, figlia, zia, cugina… Però tutti sono pronti a darle contro. Ti dimentichi che i figli escono alle quattro perchè sei sobissata dal lavoro e fai una corsa immane che nemmeno Schumacher ai tempi d’oro? Sei una pessima madre. Lasci piangere tuo figlio seduto per terra in mezzo al supermercato dopo l’ennesimo capriccio? Chiamate il telefono azzurro! Tuo marito non si sente amato perchè dopo aver lavorato, accudito i figli, fatto la spesa, preparato la cena, lui è abituato a primo e secondo e tu brutta stronza hai preparato un misero piatto unico? Pessima, sei pes-si-ma! Per non parlare delle due ore che ti prendi per te il sabato mentre tua suocera ti tiene i figli e che le daranno la possibilità di giudicarti in eterno.
Eccheccavolo!
Sì, ho scritto proprio checcavolo! Checcavolo volete da noi? Che dobbiamo fare per rientrare nelle vostre grazie, per essere giuste e buone ai vostri occhi? Crocifiggerci? Non dire mai “sono stanca”? Non dire, semplicemente? Non prenderci nemmeno quei dieci minuti che ci servono per ricaricare le batterie davanti ad un caffè gustato da sole al bar? Essere multitasking non è essere sante, no no. Non pretendo il Nobel, ma un grazie, un “siediti, faccio io”, una comprensione quando ho le mie giornate no, un non essere giudicata per qualsiasi cosa, un “brava” gratuito una volta ogni tanto. E non credo di essere l’unica, o no?