Oggi è una di quelle giornate in cui si fanno i bilanci. Ok, sono la mamma di tre piccole pesti che mi lasciano a malapena il tempo di guardarmi allo specchio la mattina (e quello che vedo, molto spesso, è una faccia stanca con occhiaie tipo vampiro)… Ma di certo non lo sono per vocazione: ho un passato da studiosa dell’arte, un mezzo dottorato alla Sorbona e fino a quattro anni fa detestavo i bambini.
Fino a quando uno scricciolo dagli occhi blu come il mare mi ha convinta che non possa esistere emozione più bella che tenere il proprio figlio tra le braccia.
Aggiungeteci il lavoro (nella comunicazione, naturalmente) e le goie-dolori di una grande famiglia allargata… E capirete che di giorni così ne ho parecchi. Insomma, dove è finita la me stessa dei vent’anni, quella che di figli proprio non ne voleva sapere?
Si è persa tra i pannolini, i biberon, il senso di inadeguatezza? Sperduta tra pediatri, asili, festicciole di compleanno? Deceduta sotto le macerie della pesantezza derivante dal binomio lavoro-figli-uomo da accudire?
Ma no, eccomi lì! Ci sono ancora… Sono nella lettura dei miei giornali preferiti, grazie ai quali mi connetto ancora al mondo esterno di cui spesso non mi sento più un membro (la mia lettura preferita? http://www.grazia.it/Stile-di-vita, mi ricorda che le mie passioni sono sempre lì)… Nel mio armadio, perchè la moda pur non essendone schiava fa da ponte tra il mio essere mamma e la mia voglia di rimanere “femmina”. Nelle mie scarpe tacco 15, che ho portato fino alla sala parto. Nelle mie unghie che urgono ritocco alla ricostruzione, ma non c’è mai tempo. Nel carattere di mia figlia che rifiuta ostinatamente qualsiasi vestito che non abbia almeno un dettaglio di nero. Nella mente che rifiuta l’immagine di madre trascurata e spera di lanciare alle altre mamme il messaggio che i figli sono un incentivo e non un peso. Nella sbadataggine del non ricordare mai quello che stavo facendo il momento prima. Quella per cui la borsa non è mai abbastanza grande per contenere tutto e i capelli non sono mai troppo vaporosi.
Sono sempre io, quella che, nelle giornate stressanti e piene di cose da fare si presenta in ufficio con look improvvisati ma sempre attenti, perchè programmare in questa vita è troppo difficile. Quella che viaggia con la mente tra le mille possibilità di abbinamenti e sperimentazioni sempre nuove. Che carica bambine e ovetto nel carrello e aspetta di essere buttata fuori dal centro commerciale; e se è shopping, che sia low cost, poi via a customizzare gli abiti con dettagli fai da te… Gli impegni ed il budget non lo consentono, va benissimo una giornata al parco con le tre pesti, ma ravvivata da un luccicante rossetto rosso fuoco e zeppa di almeno 5 cm.