Sono reduce (che reduce è già un parolone, diciamo che intravedo la luce in fondo al tunnel) da un periodo letteralmente di cacca.
Ho perso certezze, tante, quelle che per me contano di più: un equilibrio faticosamente costruito in anni di “sopra la follia” che è volato via al primo vento stronzo soffiato in un giorno qualunque in cui mi aspettavo invece il mare piatto.
Un mare che mi ha travolto, mi ha lasciato spezzata e ora sono qui a rimettere insieme i pezzi, con la responsabilità di 4 bambini da crescere felici e tutto il resto.
No, non è facile starmi accanto, non lo è per nulla.
Intendiamoci, la famosa frase “non sono una donna addomesticabile” – con tutto il rispetto per l’autrice – mi pare una gran stronzata, perchè qualsiasi donna si addomestica con l’amore: sono addomesticabile, ma facile no.
Sono piena di cicatrici lasciate da una vita non facile, ma anche di lividi recenti e quelli, mi spiace ammetterlo a me stessa, me li sono cercati.
Sono una che vuole tutto e il contrario di tutto, che sbatte la porta e ti dice “vattene” proprio quando non vorrebbe mai che tu lo facessi, una che ha enormi slanci ma ne pretende altrettanti.
In certi giorni mi detesto, perchè, come si dice in gergo, sono pure una cacac***i, a cui non sta bene nulla per il semplice fatto che spesso IO non sto bene, una rompipalle cosmica che nemmeno mia figlia di cinque anni dopo una giornata piovosa d’inverno chiusa in casa senza televisione.
Ho una mia visione del mondo e tendo a pensare che valga un pò per tutti e nonostante sti 36 suonati faccio fatica a riconoscere che le persone possano ragionare in modo diverso.
Se provo qualcosa, qualsiasi cosa, te lo dico e non sempre è un dato positivo. Se non lo provo, pure. Bambina? No, istintiva, emotiva e a vita credo.
Stare con me, stare vicino a me, penso sia come percorrere le montagne russe stile inverter (avete presente il Katun? Ecco…) e con gli occhi tenuti aperti a forza da uno stuzzicadenti e non ci sarà mai un giorno uguale all’altro.
Lo capisco, non è facile per niente. Sono piena di problemi, spesso SONO un problema. Mi sono sentita dire che la mia emotività è un problema, che la vita bisogna viverla piano e misurando i passi, che io non ne sono capace.
E sì, hanno ragione. Non mi soffermerò mai a guardare se il passo è più lungo della gamba, se il percorso è impervio, se per molti quella che io chiamo vita è follia. Continuerò a spaventare le persone, ad essere quella che si ama o si odia senza vie di mezzo, perchè non posso cambiare.
Perchè, in fondo, amo il mio modo di vivere, che segue il cuore e poco altro. Di persone molto razionali ne conosco tante; di persone felici no.