Sono una mamma abbastanza fortunata, devo ammetterlo: le mie due bimbe più grandi sono sempre state molto obbedienti e poco capricciose (in pubblico), hanno sempre dormito 12 ore filate a partire dalla loro seconda settimana di fila e posso contare sulle dita di una mano le occasioni in cui ho dovuto sgridarle pubblicamente. La terza ha un carattere completamente diverso, un angioletto a scuola, ma a casa non vi dico e anche quando la porto con me a fare le cose che normalmente una donna fa (cioè sempre, perchè con tutte ho fatto così) ci sono dei giorni in cui è bravissima e dei giorni in cui è sostanzialmente posseduta.
Oggi è uno di quei giorni. Si è svegliata tardi e ho pensato di tenerla con me anzichè mandarla alla materna, per trascorrere una PIACEVOLE mattinata insieme. Nell’ordine, i vestiti non andavano bene, le scarpe non le piacevano, non voleva farsi vestire da me ma dal nonno, a colazione quello no e quello che voleva l’ha solo aperto e non mangiato, ma il top è stato portarla con me dalla parrucchiera, da cui da solito si diverte come una pazza. E’ entrata piangendo perchè il suo ovetto Kinder si era rotto (ho provato a spiegarle che lanciarlo per strada non gli fa esattamente bene) e ha continuato a singhiozzare e tirare qualsiasi cosa le capitasse a portata di mano. Perchè? Perchè voleva il Babbo Natale di cioccolato che aveva visto al bar mentre facevo colazione e io ho detto e ho continuato a dirle “no, hai già preso l’ovetto”.
Qui interviene lei, la nonna di quattro nipoti intenta a farsi i capelli che dispensa consigli non richiesti. Quella che ti guarda con sufficienza, cerca di stare zitta ma poi proprio non ce la fa a trattenersi e ti fa:
“Scusi signora se mi permetto, ma non capisco perchè deve farla piangere e non comprarle quello che vuole, che sarà mai?”
Non contenta e soprattutto non soddisfatta ha aggiunto “Se vuole gli spicci li ho in tasca”.
Vabbè. Immaginate solo che la mia nottata era stata pessima e che come già detto la giornata non era iniziata benissimo. Non contenta, però, la signora ha aggiunto: “Io so come fare, ho quattro nipoti”.
Ecco, lì sono sbottata, cercando comunque di rimanere educata. “Signora, lei avrà quattro nipoti, io ho tre bambine e ne cresco altri due, permette che faccia come meglio credo con mia figlia?”.
Ma aspettate, perchè lei non si è fermata qui, borbottando tra i denti “queste mamme che pensano di sapere tutto loro…”. Ovviamente con mia figlia che ascoltava.
Tutte noi mamme ci siamo trovate in situazioni più o meno simili, spesso all’interno della famiglia stessa, dove è anche più difficile mandare a quel paese perchè non bisogna turbare certi equilibri. Di solito i consigli non richiesti iniziano già dalla gravidanza, quando le mamme esperte si permettono di dirci cosa dovremmo mangiare e bere, quante volte dovremmo fare pipì, quanti chili dovremmo ingrassare.
Grandi consigli arrivano poi nel momento in cui il bebè lo abbiamo tra le braccia; attenzione, non semplici suggerimenti basati sull’esperienza (ci starebbero anche, se detti in un certo modo), ma frasi spacciate come verità assolute. Lo allatti? Perchè no? Perchè così a lungo? Non lo sai che fino a x mesi non deve mangiare il pomodoro? Lo sai che se non lo copri tipo inverno siberiano prenderà la peggiore delle malattie? Non gli dai un fratellino che gli farebbe tanto bene? Perchè lo vizi tenendolo nel lettone, non sai che non va bene? … Potrei continuare all’inverosimile; a me hanno persino consigliato di far mangiare di più le mie figlie perchè sono troppo magre, non considerando ovviamente che UNO hanno un loro metabolismo e DUE avranno tutto il tempo di ingrassare, visto che fino a prova contraria in Italia il problema maggiore è il sovrappeso e non la magrezza.
Comunque, nel frattempo mia figlia si era rassegnata a mangiare il suo ovetto e canticchiava tranquilla tra sè e sè. La signora invece era rimasta stizzita, si vede che in casa sua è abituata ad opprimere la povera nuora.
Come difendersi dai consigli non richiesti? Fidandovi di voi stesse. Nessuno conosce meglio di voi vostro figlio, le sue abitudini, ciò che può o non può fare e nessuno, nemmeno il più bravo dei pedagogisti, ha comunque diritto a dirvi come comportarvi con lui se non lo avete esplicitamente richiesto. Se proprio non funziona, dite alla persona così premurosa da interessarsi di un bambino che non gli appartiene che il lunedì e il giovedì c’è da portarlo a nuoto, il martedì esce alle 4 anzichè alle cinque, il sabato va portato alla festa di compleanno dell’amichetto, detesta qualsiasi piatto in cui ci sia del giallo, la mattina bisogna svegliarlo dieci minuti prima degli altri perchè è lentissimo a vestirsi.
E se proprio non funziona, ditegli che seguite il metodo zzimiei, che funziona sempre.