“E’ rosa, blu, nera, rossa, ha le macchie, la forma allungata, la testa triangolare, e dorme”.
“La giraffa!”
“Ma che giraffa! La giraffa non dorme!” (però tutte le altre cose sono attinenti, evidentemente).
Questi sono gli ordinari discorsi provenienti dai tre seggiolini posteriori mentre viaggio con le mie bambine e cerco di inventarmi qualsiasi gioco che richieda da parte mia minimo impegno e massima resa. Il mio preferito è il gioco del silenzio, ma ormai, ahimè, le due aguzzine piú grandi hanno capito che non è un gioco, quanto una richiesta di tregua.
Ho sempre viaggiato tanto con le mie piccole, non tanto per piacere quanto per necessità. Estate, inverno, grandine (tanta, quest’anno), sole cocente, noi saliamo in auto, accendiamo il climatizzatore e andiamo dal papà ogni weekend. Poi ci sono i viaggi di lavoro, i viaggi per i controlli medici della sorellina, le (poche) vacanze, le gite domenicali… E loro sempre con me. Quindi, capite che per non rischiare incidenti di fantasia ce ne vuole tanta. La situazione standard? Giulia (4 anni) crolla alla seconda curva in posizioni assurde e bocca aperta, Elena Sofia (5) mi riempie dalla partenza all’arrivo di domande esistenziali sul senso della vita, Eva Maria (1) guarda un po’ fuori dal finestrino e si addormenta, salvo svegliarsi nei momenti di accapigliamento delle sorelle, quelli per capirsi in cui dal retrovisore vedo oggetti volanti e tentativi di sganciarsi la cintura per picchiarsi (poi fanno pace, eh).
Ora parlo con tranquillità, ma ci sono momenti in cui minaccio di fermare la macchina e scaricarle lí dove sono – sono una pessima madre, lo so – perché di solito i miei viaggi con figli al seguito avvengono dopo giornate di lavoro e sempre con i minuti contati. Però, in realtà basta un po’ di calma e di fantasia e con i bambini si riesce a fare veramente tutto, compresi spostamenti più o meno lunghi senza scendere con i capelli bianchi. Le mie bimbe come me sono amanti degli Autogrill – due maxitoast e un rotolo di piadina, grazie – sanno che devono far pipì prima di partire e SOPRATTUTTO sanno che se mamma è stanca e deve fermarsi dieci minuti a dormire profondamente al posto di guida, devono stare in silenzio. Non capisco davvero chi dice che scarrozzare i bambini sia difficile… Io credo che ci voglia solo un po’ di impegno e soprattutto tanta, ma tanta fiducia, perché nessuno nasce imparato e anche i nostri bimbi hanno bisogno del giusto tempo per abituarsi ad essere bravi in qualcosa. Ricordatevelo sempre: i figli possono essere i vostri migliori alleati, in qualsiasi situazione, ma sono il risultato di ciò che insegniamo loro; quindi, se affrontiamo le cose con ansia (vedi il tema viaggi) tutto andrà per il verso sbagliato, mentre se ci rivolgiamo a loro con fiducia e disponibilità (sempre con fermezz ovviamente), anche il più pestifero dei figli alla fine cede.