Quanto deve bere mio figlio? Vanno bene i succhi di frutta? Basta bere durante i pasti? A questa e altre domande ho risposto grazie alla conferenza “Bere bene per crescere bene”
Lo scorso 22 novembre ho avuto il piacere di partecipare insieme ad altre colleghe e alla stampa alla conferenza “Bere bene per crescere bene”, promossa da FEMTEC (Federazione Mondiale del Termalismo e della Climatoterapia) e SIPPS (Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale) in collaborazione con il Gruppo Sanpellegrino. Nella splendida cornice del Palazzo dell’informazione a Roma un gruppo composto da accreditati esperti pediatri e nutrizionisti ci ha illustrato la preoccupante situazione che riguarda l’idratazione nei bambini, elemento che noi genitori tendiamo a trascurare.
E’ così: noi mamme in primis conosciamo i fondamentali sull’importanza dell’idratazione, ma in quasi il 50% dei casi (dati della ricerca commissionata da Gruppo Sanpellegrino a GFK) quando i nostri figli tornano a casa da scuola le nostre domande riguardano esclusivamente l’assunzione di cibo (“cosa hai mangiato?”), non quella di acqua.
Sempre secondo questa importante ricerca, noi adulti (sì, io in primis) tendiamo a non considerare l’acqua come un nutriente essenziale a tutti gli effetti, non riconoscendo, ad esempio, gli effetti della cattiva idratazione sulla concentrazione e sulla comparsa di mal di testa. L’81% di noi aspetta che i figli abbiano sete per dargli da bere, trascurando il fatto che nel bambino lo stimolo della sete è minore e che va anticipato, perché quando compare nel bambino è già in corso uno “stress” idrico.
Insomma, i dati sono preoccupanti: il 58% dei bambini italiani beve meno di un litro di acqua al giorno, con tutte le conseguenze a livello di benessere generale che ciò comporta. Per questo ho voluto approfittare della conferenza “Bere bene per crescere bene” per sfatare alcuni miti e dubbi sull’idratazione che spesso affliggono noi mamme.
Ci viene incontro in questo senso il Decalogo redatto da SIPPS (Società Italiana di pediatria Preventiva e Sociale) con il supporto incondizionato di Gruppo Sanpellegrino. Ecco alcune informazioni fondamentali che saranno utili a tutte le mamme:
- Dobbiamo iniziare a considerare l’acqua come un vero e proprio nutriente fondamentale; d’altra parte il nostro corpo e in primis il nostro cervello sono fatti principalmente di acqua. Ecco perché la nuova Piramide Alimentare italiana pone alla propria base il consumo di acqua. Ovviamente il fabbisogno quotidiano di acqua include anche quella presente nei cibi.
- Se volete fare una stima di quanto deve bere vostro figlio utilizzate questa formula: il bambino e l’adulto devono bere 1ml di acqua per ogni kcal introdotta (dunque in un’ipotetica dieta di 1500 kcal il bimbo dovrà bere 1litro e mezzo di acqua); nel lattante questo fabbisogno sale a 1,5 ml/kcal.
- Se in un adulto l’organismo è formato al 60% di acqua, nel neonato questo dato sale all’85%, da ciò si deduce che il lattante ha ancora più bisogno di noi di essere idratato. L’allattamento al seno soddisfa perfettamente i fabbisogni idrici del lattante, ma se si utilizza latte in formula occorre prestare attenzione a quale acqua utilizzare per la ricostituzione: il consiglio è di usare acque minimamente mineralizzate (residuo fisso < 50 mg/L) e oligominerali (residuo fisso tra 50 e 500 mg/L) con contenuto di nitrati ≤10 mg/L (insomma, l’acqua del rubinetto non è l’ideale).
- Nella scelta dell’acqua per il proprio bimbo fate attenzione appunto alla quantità di nitrati riportati in etichetta, che non devono essere maggiori di 10mg/L. I nitrati sono naturalmente presenti anche nelle verdure (per questo amiche vegetariane dovete cercare a maggior ragione di bilanciare bene gli istrioti del vostro bambino) e una volta arrivati nello stomaco predispongono ancora di più all’acidità tipica del bambino.
- Noi adulti dobbiamo chiaramente dare il buon esempio, bevendo anche fuori dai pasti, ma anche garantire un accesso all’acqua facile e divertente per i bambini; una buona strategia può essere quella di acquistare bicchieri o borracce simpatici e dire al bimbo che ogni volta che, ad esempio, la lancetta dell’orologio batte in un determinato punto, deve bere. I soft drink (bibite, succhi) non possono chiaramente sostituire l’acqua.
- Un ottimo modo per far assumere al bambino acqua in estate è quella di somministrate dei ghiaccioli di sola acqua, magari di forma particolare per invogliarli o utilizzare cannucce particolari. Potete anche giocare sui suoi gusti, dicendo frasi come questa: “lo sai che Elsa di Frozen (o Spiderman o il suo personaggio preferito…) adora bere acqua? “… “Mhm, l’acqua piace tantissimo anche a me..”
- Il bambino non può bere solo ai pasti, perché si avrebbe un apporto di acqua insufficiente; se poi fa attività sportiva deve bere sia prima, che durante – ogni 20 minuti – che dopo (insomma le classiche bevute da sudatissimi a fine attività non vanno bene).
- Ci sono dei segnali precisi per capire che il bambino non è ben idratato (che poi valgono anche per gli adulti): pipì più scura del solito, crampi muscolari, mal di testa, nausea, scarsa sudorazione significano in sostanza che il bimbo deve bere di più.
- Uno scarso consumo di acqua è associato ad un BMI più elevato: quindi possiamo affermare che bere poca acqua è un fattore che predispone all’obesità.
- Oltre alla scelta del tipo di acqua più adatto, controlliamo la data di scadenza (chi di noi lo fa?!): la legge prescrive un consumo preferibilmente entro 18 mesi per l’acqua contenuta in contenitori di polietilene ed entro 24 mesi per l’acqua contenuta in bottiglie di vetro.
Insomma, devo dire che una volta uscita dal convegno la prima cosa che ho fatto è stata… Bere! E mi sono ripromessa di prestare molta più attenzione a quanto e cosa bevono i miei figli.
Proprio nell’ottica della prevenzione e della cultura dell’idratazione già dai primi anni di vita il Gruppo Sanpellegrino con la supervisione scientifica di Nutrition Foundation of Italy e col supporto della SIPPS promuove il progetto Hydration@School: si parte da un sito dedicato per arrivare ad un kit didattico, composto da:
– una Mini-guida per l’insegnante utile per impostare la lezione in classe
– 22 HydroQuaderni per gli alunni e le famiglie con informazioni e giochi
– un Poster infografico didattico da appendere in classe.
Il kit didattico può essere richiesto dagli insegnanti per telefono o compilando il form disponibile sul sito del progetto.
“Post realizzato con la collaborazione del Gruppo Sanpellegrino”