Portami a ballare: lettera di una mamma a suo figlio in occasione della Festa della Mama ispirata da un video dolcissimo
Ho appena visto il meraviglioso video realizzato da Original Marines per la Festa della Mamma (quello che trovate in cima a questo post) e confesso di essermi parecchio commossa… Sì perchè quella scena, quel bambino appoggiato alla spalla di sua madre che in un momento si trasforma in un ragazzone con tanti capelli, è esattamente la scena di che immagino pensando a me e Greg da grande.
Eh caro Greg… Quando ho scoperto di aspettarti non sapevo che fare… Eri il mio quarto figlio e la mia vita, insomma, era già abbastanza incasinata. Avevo appena riposto pannolini e biberon e credevo di affacciarmi ad un periodo più tranquillo, senza risvegli notturni, senza asili nido da pagare, con un lettone da condividere finalmente solo con il tuo papà.
E invece tu c’eri già e ho capito che evidentemente ero destinata ad essere anche la tua, di mamma.
Per quattro mesi ti ho chiamato Celeste, ero convinta fossi una femmina e devo dire che non è stato facile pensare di ricominciare con un maschietto, con cui non avevo proprio dimestichezza.
“Come lo chiamiamo?”, mi ha chiesto tuo padre.
Non lo sapevo, ma quella notte ho sognato un bambino con i boccoli biondi in un campo di grano e mi è tornato in mente un dipinto a cui sono particolarmente affezionata: Ruggero, come Ruggero d’Altavilla, Gregorio, come quel papa che con dolcezza e senza sangue seppe ristabilire l’ordine in un periodo difficile.
Perchè è così che ti vedo da grande: un uomo forte, ambizioso, determinato, ma anche dolcissimo e rispettoso del prossimo, anche perchè se non lo sarai sappi che tua madre anche a 60 anni (tuoi) ti rimetterà al tuo posto!
I boccoli biondi li hai davvero, anche questo non sappiamo bene da quale lontano pareente dell’albero genealogico e lo vedo così, il momento in cui mi prenderai per mano e mi porterai a ballare…
Io vestita di nero come sempre, tu con i tuoi boccoli biondi spettinati, con un papillon al collo come quelli che ti piace tanto mettere adesso, con il fisico imponente di tuo padre, che mi stringi e mi perdoni per tutto ciò che non avrò saputo darti.
Non lo saprò nemmeno in quel momento, amore mio, se questa era la vita che volevo, ma di sicuro so già adesso che ho avuto l’onore di condividerla con te e le tue sorelle e questo forse è anche più bello di ciò che ho mai potuto immaginare.