Tito e gli Alieni: un film delicato e poetico che parla dell’amore per chi non c’è più, affrontando un tema che ci tocca tutti da vicino.
Ho sempre amato i film che ti colpiscono al cuore, quelli che contengono qualcosa di speciale annidato tra la trama, i dialoghi e le inquadrature. Quei film che, quando scorrono i titoli di coda e ti alzi dalla poltroncina del cinema, ti restano impressi e ti fanno pensare di aver partecipato, come spettatrice, a qualcosa di importante.
Per questo ho amato da subito il film della regista milanese Paola Randi, la stessa che debuttò nel 2010 con “Into Paradiso”, dal titolo “Tito e gli alieni”, prodotto da Bibi Film con Rai Cinema e distribuito da Lucky Red.
Un film pieno di speranza, tenero, che parla di quanto sia difficile, se non impossibile, dimenticare le persone che si amano. Un film pieno di poesia, creativo, che colpisce al cuore proprio perché parla di qualcosa che ci riguarda tutti da molto vicino.
Non per niente la pellicola è già stata premiata dalla critica al Festival di Torino e si è aggiudicato il Premio Ettore Scola per la miglior regia e il Premio Gabriele Ferzetti per la migliore interpretazione maschile al Bifest di quest’anno.
Anche i protagonisti sono decisamente azzeccati: Valerio Mastandrea, sempre bravissimo, questa volta intepreta il protagonista, uno scienziato meglio conosciuto come “Il professore” che, rimasto vedovo, vive in Nevada accanto alla celebre Area 51, e trascorre il tempo ad ascoltare i suoni provenienti dallo spazio sdraiato sul suo divano anziché lavorare al progetto governativo affidatogli.
Tutto però cambia quando il fratello, morente, lo chiama da Napoli per affidargli la custodia dei suoi figli Anita e Tito, lei adolescente sedicenne, lui bimbo di soli 7 anni.
I ragazzi si trasferiscono dunque dallo zio, ma troveranno una situazione ben diversa da quella che avevano immaginato: niente luccichii tipici di Las Vegas e uno zio con la testa tra le nuvole. Sarà proprio il piccolo Tito a sorprendere il protagonista confidandogli di poter sentire la voce del padre, ormai morto, provenire dallo spazio.
Il piccolo dunque farà capire al Professore quanto sia difficile elaborare un lutto e poter dimenticare le persone che si sono amate, ma allo stesso tempo lo salverà da quella vita-non vita che stava conducendo prima dell’arrivo dei nipoti.
La magia di Tito e gli Alieni sta tutto qui: nei sentimenti d’amore che riescono a travalicare lo spazio-tempo e persino la morte, restando sempre vivi nel cuore di ciascuno.
Un film che mi ha fatto commuovere e che è piaciuto tanto anche ai miei figli che hanno così potuto riflettere sul senso della vita e sull’importanza di tenere vivo chi amiamo nei nostri ricordi, anche quando non c’è più.