Ottobre è il mese della consapevolezza sulla morte infantile e sulla perdita in gravidanza e oggi, 15 Ottobre, è la giornata internazionale del ricordo dei bambini mai nati.
In questo giorno in tutto il mondo, saranno accese candele sui davanzalo alle 19 in punto, in ricordo dei bambini mai nati per aborti o morte in utero o dei bambini morti in epoca perinatale.
In questo giorno, però, io ho voglia di pensare alle mamme di questi bambini mai nati, perchè le conseguenze di un aborto, specialmente se volontario o se accaduto spontaneamente durante le prime settimane di gravidanza, sono ancora molto sottovalutate dal punto di vista psicologico. Ecco perchè voglio parlarvi della mia esperienza, pur senza entrare nei dettagli perchè si tratta di un qualcosa di davvero personale.
Nella mia storia di tre volte mamma ho vissuto due aborti, uno “per scelta” e uno spontaneo, quando non sapevo nemmeno di essere incinta. E’ incredibile il senso di vuoto che si prova dopo dopo un’interruzione di gravidanza, volontaria o spontanea che essa sia. Sì, può sembrare strano perchè si parla di una scelta, ma anche nel caso dell’aborto volontario il senso di vuoto che si prova è indescrivibile. Ma ancora più incredibile è ciò che si prova per un’interruzione spontanea: a me è capitata anni fa e non sapevo nemmeno di essere incinta, soprattutto non stavo programmando di avere altri figli, eppure il dolore di aver visto quella cosina che se ne stava andando in un ecografo non mi ha abbandonato per tanto tempo e ancora oggi, dopo un’altra bimba, è un’esperienza che non vorrei più provare per nulla al mondo. Perchè alla fine un bambino può essere voluto, non voluto, programmato, assolutamente no, ma è sempre tuo figlio e lo è dal momento in cui scopri di averlo in pancia e sì anche quando – come è successo a me – lo scopri solo dopo averlo perso.
Ancora oggi, nonostante le mie tre figlie mi riempiano la vita, la casa e le giornate (anche troppo, a volte) mi trovo spesso a pensare ai due bambini mai nati che ho ospitato nella mia pancia e mi chiedo come sarebbero, se sarebbero maschi o femmine, mi immagino la data in cui sarebbero nati, mi ricordo la data in cui sono MORTI. Sì, MORTI, perchè per le loro mamme questi bambini mai nati saranno sempre degli esseri viventi che a un certo punto sono scomparsi ed è per questo che l’aborto è un lutto a tutti gli effetti e come tale va trattato e rispettato.
Quindi, se conoscete qualcuno che ha subìto un’interruzione di gravidanza, spontanea o meno, approcciatevi a lei come ad una donna che ha subìto un lutto, un distacco, che merita comprensione e sostegno, ma non consigli non richiesti, del tipo “sei giovane, ne farai un altro”. Occorre tempo e forse non basta nemmeno quello, occorre sostegno, spesso sostegno qualificato. Occorre capire e rispettare e, per chi ha sofferto questa perdita in prima persona, tempo per accettare e tempo per rimettersi in piedi, senza provare a dimenticare a tutti i costi, perchè è il modo per farsi più del male.