Ho letto per voi il libro “Ciao mamma, ciao papà. Guida alla comprensione del comportamento nel primo anno di vita“. Ottimo regalo per le neomamme (o per voi stesse)!
Sono tante le domande che le donne in gravidanza si fanno; al primo posto c’è sicuramente quella riguardante i comportamenti da tenere in dolce attesa perchè il bimbo nasca in salute, “riuscirò ad allattare?”, “dormirà?”, ma sicuramente la preoccupazione più frequente è quella di riuscire a comprendere i bisogni del neonato. Spesso ci si affida alla Rete o alle amiche per trovare una risposta, ma con risultati altamente confusionali. E’ agli esperti, infatti, che bisogna dare ascolto e a questo proposito ho letto per voi un libro molto utile per tutte le neomamme o future tali; si chiama “Ciao mamma, ciao papà. Guida alla comprensione del comportamento nel primo anno di vita” ed è stato scritto da grandi esperti del settore: Rocco Agostino, pediatra neonatologo di fama internazionale, Simona Matricardi, psicomotricista dell’età evolutiva, e Valeria Tassara, logopedista.
“Ciao mamma, ciao papà” è un libro abbastanza breve, quindi di facile lettura, suddiviso in 12 capitoli, che ripercorrono lo sviluppo del neonato. Ogni capitolo è a sua volta composto da due sezioni: una prima parte in cui è il bambino a “parlare”, raccontando i suoi progressi, i suoi bisogni, le sue sensazioni – è noto ormai che il neonato sia tutt’altro che un soggetto elementare a livello di sensazioni e percezioni – ed una seconda parte in cui a rendere la parola sono appunto gli esperti, che apportano i loro preziosi consigli in termini di comportamento da tenere e giochi da proporre per stimolarlo nella sua crescita. A rendere la lettura ancor più piacevole ci pensano le illustrazioni che corredano il testo.
Rocco Agostino è il pediatra che tutte vorremmo e lo si capisce correndo il libro. Quello che vi spiega (anche) come difendere voi stesse e il neonato dalle ingerenze di madri e suocere con i loro consigli non richiesti. A chi vi dice “non tenere il bimbo in braccio, che si vizia”, rispondete con la sua spiegazione: “Nel primo anno di vita il bambino non parla e i suoi bisogni sono comunicati con il movimento, la postura e la sensorialità. Attraverso urla e lallazioni comunica se ha fame, se il pannolino è sporco o se ha mal di pancia. Il pianto è diverso e i genitori devono imparare a capirlo”.
Insomma, siamo noi adulti, con le nostre strutture di razionalità e premeditazione, che pensiamo che il neonato sia in grado di fare i capricci. Ma i capricci nei primi 12 mesi semplicemente non esistono. “Siamo noi genitori che interpretiamo come capricci alcuni atteggiamenti dei bambini e li puniamo nei primi mesi di vita pensando di educarli. In questo modo, però, imparano solo la non disponibilità”.
Questo è un tema che mi sta molto a cuore, perchè è ampiamente dimostrato che il neonato ha bisogno di essere accudito e se questo bisogno primario non viene soddisfatto si potrebbero creare dei comportamenti insicuri nell’età adulta. Il dott. Agostino spiega che il neonato comunica i suoi quattro bisogni principali – fame, essere cambiato, dormire, essere coccolato – attraverso lallazioni, urla e pianti diversi a seconda delle situazioni e che tutti noi genitori possiamo imparare ad interpretarli.
D’altra parte, dopo essere stato in un ambiente caldo e rassicurante come la pancia della mamma per nove mesi, è più che normale che il piccolo abbia bisogno di “contenimento”. “Le coccole di cui ha bisogno non sono altro che la necessità di essere contenuto, di sentirsi sicuro”, spiega il pediatra, “bisogna prenderlo in braccio e coccolarlo”. E questa è proprio una filosofia che mi piace, perchè diciamolo, anche per noi mamme il parto è una separazione brusca e traumatica e a nostra volta abbiamo bisogno di questo contatto.
Quando parliamo del bambino “dobbiamo premettere che tutto quello che diciamo è filtrato dalla nostra razionalità, dall’esperienza, dalla cultura e dalle convinzioni. Il bambino, al contrario, è tutto visceralità. Il suo comportamento non è razionale”. Rocco Agostino è pediatra da 40 anni e assicura che “l’epoca del ‘NO’ arriva, ma verso la fine del primo anno di vita. In questo periodo il ‘NO’ non viene ascoltato, anzi stimola il bimbo a ripetere l’azione vietata per catturare l’attenzione della sua mamma e del suo papà. A livello viscerale i bambini solo avendo l’attenzione dell’adulto sono sicuri di sopravvivere. Bisognerà che i genitori siano propositivi e non proibitivi, per aiutare i figli a crescere e a sperimentare, perché la crescita passa attraverso il soddisfacimento della curiosità. Se diamo a un bambino una penna- dimostra il medico- lui la girerà, rigirerà, la guarderà sopra e sotto, poi la butterà per terra per sentire se rimbalza e che rumore fa se cade. Se la metterà in bocca per sentire che sapore e che consistenza ha. Questo accade per milioni di altre cose, anche quando gli dicono ‘Non si mettono le mani nella presa’. Che significa?- chiede Agostino- Il bambino che arriva a toccare la presa elettrica già gattona e il suo dito sarà più grosso del buco. Toccata la presa più volte, se non si staccherà e non potrà girarla o metterla in bocca, la lascerà perdere”.
E come si fa a difendersi da nonni, parenti e amici che hanno manifestazioni troppo “affettuose” verso il piccolo? Anche qui, possiamo semplicemente dire quello che ci suggerisce Agostino: ogni bacio è un’esplosione di microbi e il neonato non è capace di produrre anticorpi. I baci della mamma e del papà ci possono e anzi ci devono essere, perchè esiste una promiscuità microbica con la madre e il padre. Ma fino ai primi vaccini gli altri possono prendere in braccio il neonato ci sono due regole:
- devi esserti lavato le mani
- puoi baciarlo solo dal ginocchio al piede (lontano dai buchi, bocca e naso)
Un ottimo consiglio lo riserva anche alla coppia: “consiglio sempre ai genitori di baciarsi ‘appassionatamente’ almeno tre volte al giorno! Questo è anche funzionale al ripristino di una certa confidenza- conclude- poiché dopo il parto avviene un calo ormonale: quel periodo blu in cui può manifestarsi un po’ di depressione”.
I temi toccati nel libro sono ancora tanti, quindi se volete conoscerli tutti o fare un bel regalo all’amica in dolce attesa, vi consiglio vivamente di acquistare il volume, visto il costo irrisorio. Potete trovarlo qui!