Endogestazione ed esogestazione: il magico viaggio della gravidanza e del processo verso il distacco, illustrato da Fabiana Toneatto per Osservatorio Chicco
Arrivata al quarto figlio, a volte penso, peccando di presunzione, di sapere quasi tutto sulla gravidanza e sulla vita del neonato; invece, ci sono occasioni in cui il mio lavoro mi sorprende ancora, come è accaduto durante l’incontro con Fabiana Toneatto, ostetrica che collabora con l’Osservatorio Chicco e che ho avuto il piacere di incontrare a Milano, durante lo scorso Baby Shower Party organizzato da Fattore Mamma
L’Osservatorio è il centro ricerche Chicco dedicato alla conoscenza del bambino e dei suoi bisogni psico-fisici, emotivi e sociali, che si avvale non solo della collaborazione dei genitori, ma anche di esperti della comunità scientifica, in campo pediatrico e pedagogico. Da qui, un confronto continuo e importantissimo per individuare soluzioni scientificamente valide per il benessere del bambino.
Fabiana Toneatto è un’ostetrica di lungo corso con oltre 30 anni di esperienza all’attivo tra ospedali, università e docenze in scuole di formazione. Oggi è particolarmente attiva nel campo della riabilitazione pelvi-perineale e nella gestione della gravidanza fisiologica. Ma, soprattutto, è una professionista che, nei suoi interventi, è estremamente chiara e precisa, dando sempre evidenza delle fonti e degli studi scientifici, cosa che a me trasmette molta sicurezza, oggi più fondamentale che mai. Al Baby Shower, ha tenuto un bellissimo panel su “endogestazione ed esogestazione”, ribaltando molti dei luoghi comuni sulla gravidanza e sui primi mesi di vita del neonato.
Cosa si intende per “endogestazione ed esogestazione”? Che la gestazione, intesa come percorso della mamma e del bambino, non dura 9 mesi, bensì 18 (I nove mesi della gravidanza vera e propria e i primi nove mesi della vita del bambino in cui si ripercorrono le stesse fasi emotive della gravidanza). Solo al termine dei primi nove mesi di vita, infatti, il neonato e la sua mamma potranno compiere senza traumi il percorso di separazione, necessario alla crescita del piccolo. La gravidanza e i nove mesi successivi hanno grandi parallelismi: entrambi sono costituiti da tre trimestri, identificabili con tre fasi – le stesse del parto – in cui il feto (poi neonato) e la mamma compiono il loro percorso di attaccamento e separazione:
ENDOGESTAZIONE – LA GRAVIDANZA
trimestre: conflittualità
trimestre: armonia
trimestre: separazione
ESOGESTAZIONE – I PRIMI NOVE MESI DEL BAMBINO
trimestre: puerperio = conflittualità
trimestre: armonia
trimestre: separazione
Solo al termine dei nove mesi dopo il parto, il neonato avrà compiuto il percorso di crescita e sviluppo che gli consentirà di separarsi serenamente dalla sua mamma. Cosa significa tutto questo?
Che la coppia mamma/bambino (e si parla in senso lato anche papà/bambino) necessita di alcuni mesi per lo sviluppo di un legame indissolubile, iniziatosi a creare durante la gravidanza
Che l’accudimento per il neonato non è un vizio, bensì una NECESSITA’.
Sul bonding – termine scientifico per definire questo legame unico ed indissolubile del neonato con i genitori – sono stati fatti degli studi nel secolo scorso, che conducono a conclusioni per me sconvolgenti in merito a questa necessità di accudimento. Pensate che, già nel 1965, Bowlby ha dimostrato che un piccolo scimpanzé, dovendo scegliere tra una “mamma meccanica” in grado di sfamarlo col latte (fredda e non a sembianza di mamma) e una “mamma pelosa” (quindi finta, non in grado di nutrirlo), preferisce quasi lasciarsi morire di fame tra le braccia della mamma accogliente e calda rispetto a quella metallica e fredda, seppur dispensatrice di latte.
Il bisogno di contatto, di mantenere vive quelle sensazioni che già il feto prova nella vita intrauterina, è fondamentale ed ecco allora cosa dire a chi vi accusa di “viziare” il neonato tenendolo in braccio: si tratta di un comportamento del tutto naturale e non dettato da alcun vizio o capriccio.
Non solo, anche il parto e la modalità con cui questo avviene, influenzano il futuro comportamento dei nostri figli.
Lo scienziato Michael Odent ha, infatti, teorizzato che rispettare la fisiologia di nascita, stimola la formazione di individui pacifici, sicuri di sé e capaci di amare: si tratta del concetto di “salute primale”.
Ho avuto il piacere di parlare con Fabiana Toneatto proprio di questo argomento, spiegandole la mia storia: Eva Maria alla nascita è stata subito staccata da me e portata in TIN in un altro ospedale e io ho potuto vederla solo dopo due giorni. Mi sono chiesta molte volte se la differenza comportamentale tra lei e le sue sorelle, il suo essere meno indipendente, il non volermi lasciare neanche la notte, potesse derivare anche da questo “trauma” (perché di trauma si tratta, sia per la mamma che per il bambino).
La sua risposta mi ha molto colpito: mi ha detto che un distacco così precoce e doloroso può influire enormemente sulla sicurezza del bambino, suggerendomi di “rimediare” a questo grande buco, attraverso il dialogo per recuperare il tempo perduto.
Ho raccontato a mia figlia che appena sono tornata in camera, ho iniziato a tirarmi il latte, che il papà glielo dava con il biberon e che quando l’ho vista per la prima volta l’ho attaccata al seno e lei si è subito addormentata a contatto con la mia pelle. Non so ancora quanto questo dialogo la aiuterà (e mi aiuterà), nel suo percorso verso l’autonomia e la separazione, ma di sicuro l’ho vista molto interessata e serena, tanto che ora mi chiede continuamente di raccontarle cosa ha fatto la prima volta che mi ha visto o quando è stata presa per la prima volta in braccio da me e dal papà.
Insomma, quello con Fabiana Toneatto è stato un incontro importante per me: la conferma, se mai ce ne fosse bisogno, è che le mamme – e i papà – sviluppano con il bambino un legame unico e che nel neonato non esistono vizi ma solo senso di accudimento. E sarà proprio l’accudimento a fare del vostro piccolo un adulto felice, in pace con se stesso e il mondo.
Post offerto da Chicco