Massaggio del bebè: tra olio e coccole, perché è importante e quali sono i falsi miti in proposito
Quando frequentai il primo corso pre-parto (parlo del “lontano” 2008) rimasi molto colpita da quello che affermava la mia ostetrica, che per l’epoca era decisamente all’avanguardia: prima ancora di spiegarci le tecniche del parto, ci raccontò quanto era fondamentale il bonding prenatale e quanto lo sarebbe stato il massaggio del neonato. Perché il legame tra mamma e bambino, diceva, si costruisce già nella pancia e si costruisce giorno dopo giorno anche attraverso il contatto e le carezze.
A distanza di quasi dieci anni so quanto aveva ragione e quanto la pelle sia davvero il mezzo di contatto perfetto per trasmettere amore e attenzione: massaggiare il proprio piccolo è un’esperienza che porta un enorme benessere tanto al bimbo, quanto alla mamma.
Pensate all’ambiente intrauterino: caldo, accogliente, un luogo in cui il cibo non manca mai e in cui il piccolo viene continuamente dondolato e rassicurato dai suoni: il battito del cuore della mamma, la sua voce, la voce del papà e dei fratellini che accarezzano il pancione. Poi tutto questo finisce, bruscamente, con il parto. E da quel momento in poi, i bisogni primari del bebè non sono automaticamente soddisfatti: il bimbo piange per comunicare alla mamma la fame, la sete, il sonno, il caldo, il freddo, il bisogno di coccole (il tutto con un pianto che per la neomamma diventa quasi un punteruolo, qualcosa che “penetra nel cervello” e scientificamente è davvero così, perché la mamma deve essere prontissima a difendere e ad accudire il suo bambino).
Ecco, in tutto questo, nella lunga fase di adattamento post nascita (per il bambino) e post parto (per la mamma), c’è un momento che arriva a rivestire un’importanza fondamentale, tanto da un punto di vista fisico, quanto da quello psicologico: il massaggio del bebè.
Quando si inizia a massaggiare il bebè? Già nel pancione. Va da sé che, una volta nato, questo gesto sarà ancora più importante, perché servirà a rassicurarlo, rilassarlo, stimolarlo, coccolarlo. Ecco perché il momento del massaggio è un vero e proprio rituale, che deve essere eseguito solo se mamma e neonato sono ben disposti: quindi se avete litigato con il vostro lui, se non state bene, se il piccolo è troppo assonato e nervoso, è il caso di rimandare.
Dovrei dirvi che il massaggio si fa solo e soltanto seguendo certi schemi, ma non è davvero così: il massaggio è un incontro di tenerezza e coccole con il vostro piccolo in cui nessuno pretende che voi eseguiate manovre da professioniste, anche perché lo scopo non è certo curativo. Durante il massaggio dovete pensare solo ad appoggiare in sicurezza vostro figlio, munirvi di un supporto morbido e piacevole al tatto, avere a portata di mano un olio che renda l’operazione ancora più piacevole e una copertina per proteggerlo dal freddo.
Tutto ciò che dovete fare è insegnare al vostro bambino a conoscervi e a conoscersi, praticando movimenti dolci, parlandogli con un tono calmo e rassicurante e non perdendo il contatto visivo. Il massaggio diventerà un momento fondamentale della vostra routine con il bebè e la cosa bella che questo rito potrebbe non finire mai: è stato dimostrato che il neonato massaggiato sviluppa un maggior autocontrollo e delle migliori relazioni interpersonali, a partire da quelle con i genitori.
Certo, ora che le mie bambine sono cresciute (la grande ha nove anni) spesso sono loro a massaggiare me, ma il principio resta quello: una pausa tutta per noi, senza spazio e senza tempo, in cui ci si lasciano alle spalle le tensioni del quotidiano e ci si rilassa grazie al contatto e, perché no, al gioco che ne consegue.
Da sempre utilizzo per la pelle dei miei bambini (e ora loro per la mia:) degli oli specifici da massaggio, perché la pelle del neonato, ancor più della nostra, ha bisogno di essere costantemente reidratata: nel primo anno di vita la pelle è circa il 40-60% più sottile di quella adulta, molto delicata e si disidrata più rapidamente. L’applicazione dell’olio evita la perdita di acqua, reidrata la pelle e la aiuta a rafforzare la sua funzione di barriera da batteri ed agenti esterni.
Chiaramente l’olio utilizzato deve avere delle caratteristiche precise:
a questo proposito, in molti pensano che “naturale” corrisponda a “sicuro”, ma non è così. Dietro al “naturale”, al “fatto in casa”, si nascondono spesso insidie che sfuggono al controllo a cui sono sottoposti gli oli generalmente commercializzati. Un prodotto sbagliato può danneggiare la barriera della pelle ed anche causare secchezza, dermatite e altre allergie
Quindi, perché se dico Olio Johnson’s il popolo delle mamme sapienti del web va in delirio, predicando invece il potere degli oli naturali? Perché semplicemente non sanno che il fantomatico Paraffinum liquidum (paraffina), di cui peraltro sono composti molti degli oli presenti sul mercato, in quanto olio minerale, è la sostanza che garantisce la maggiore purezza e stabilità, impossibile da ottenere con un olio vegetale qualunque.
Johnson’s Baby Olio, nelle varianti in commercio, vanta una formula sicura e clinicamente testata, senza conservanti, additivi o coloranti.e rispetta le rigorose regolamentazioni a livello Mondiale e Nazionale, che disciplinano gli ingredienti selezionati, i processi produttivi implementati e i controlli eseguiti, per offrire i migliori prodotti possibili.
Da sempre io utilizzo l’Olio Dolci Notti, che grazie al suo profumo di lavanda agisce anche a livello sensoriale come un facilitatore del riposo notturno.
Ammetto che mi piace talmente tanto che lo uso anche io dopo la doccia:)
Vi ricordo che per saperne di più sui prodotti e sugli ingredienti utilizzati da Jonhson’s Baby, potete consultare la pagina https://www.johnsonsbaby.it/johnsons-baby-cura-della-pelle/standard-di-sicurezza o inviare una mail a [email protected]