Si chiama “Mettici il Cuore”. E’ la nuova campagna di comunicazione istituzionale dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, centro di eccellenza per la cura delle patologie del neonato e del bambino ed in particolare delle sempre più diffuse patologie cardiache.
La campagna, che si articolerà su radio, tv e stampa, ha lo scopo di raccogliere fondi per realizzare un progetto ambizioso: la nuova Terapia Intensiva Cardiochirurgica dell’Ospedale, un centro altamente specializzato per le malattie cardiache in età pediatrica in grado di rispondere in modo adeguato ai nuovi bisogni di cura.
La campagna racconta in modo leggero ed emozionante la storia di Marco. Il nome è di fantasia, ma la storia è vera. Il 30 settembre 2010, all’età di 16 anni, Marco riceve al Bambino Gesù il primo cuore artificiale permanente, intervento unico al mondo su un paziente pediatrico. Una mini pompa meccanica al posto del cuore, che da allora lo accompagna e lo accompagnerà per tutto il resto della sua vita. “Mi sento come se fossi nato una seconda volta”, dice Marco, che oggi frequenta il liceo, ha tanti amici, è un ragazzo coraggioso e consapevole.
Per centrare l’obiettivo e consentire a tanti altri bambini e ragazzi di “rinascere”, il Bambino Gesù chiede a tutti, privati e aziende, di “metterci il cuore” effettuando una donazione.
Nata nel 1982, la Terapia Intensiva Cardiochirurgica (TIC) è diventata sempre di più il cuore del Dipartimento Medico Chirurgico di Cardiologia Pediatrica. Oggi infatti i bambini sopravvivono a patologie che in passato potevano essere letali, come la trasposizione delle grandi arterie e la sindrome del cuore destro ipoplastico. I professionisti che ci lavorano devono avere esperienza e competenza in cardiologia, terapia intensiva, cardiochirurgia, anestesia cardiologica, neonatologia e avere capacità eccellenti in procedure come l’intubazione endotracheale, inserzione del catetere centrale, ecocardiografia di base, pericardiocentesi, cardioversione.
Grazie a 14 posti letto il reparto accoglie circa 600 pazienti all’anno, inclusi pazienti provenienti dalla sala operatoria, dalla sala di emodinamica, dal reparto di cardiologia e dal Pronto Soccorso. Ogni anno vengono effettuati circa 12 trapianti di cuore e circa 20 assistenze meccaniche per il supporto cardiovascolare. Ogni giorno transitano attraverso la TIC dai due ai cinque piccoli pazienti. Mia figlia Eva Maria è stata uno di questi. Quando fu costruito l’edificio si sapeva ben poco delle sue future destinazioni e questo è uno dei motivi per cui oggi si dedicano energie e si cercano supporti per la costruzione di un nuovo padiglione.
A tutto ciò si aggiungono le rinnovate esigenze cliniche, il bisogno di gestire con spazi adeguati gli strumenti per il supporto extracorporeo, l’aumento del turn over dei pazienti, il necessario e maggiorato utilizzo di strumenti informatici. Un’altra e più importante esigenza di rinnovamento proviene dalla necessità di disegnare una terapia intensiva a dimensione del bambino e della famiglia, dove le cure sono centrate non sulla malattia in sé, ma sul bambino e la famiglia nel loro insieme. Chi ha vissuto questo tipo di esperienza sa quanto sia importante sentirsi una “famiglia” . E’ quindi necessario avere a disposizione spazi più ampi, per impostare le cure in modo diverso, tenendo conto dei vari aspetti che circondano la realtà quotidiana del bambino e della famiglia. In altre parole una terapia intensiva “aperta” in cui i genitori abbiano la possibilità di prendersi cura del loro bambino e di condividere con lui un’esperienza impegnativa e difficile.
Come supportare l’iniziativa? Non dovete far altro che andare sul sito dedicato a metticiilcuore e lasciare il vostro contributo. Io l’ho già fatto e sostengo questa campagna con ogni mezzo, perché quello che l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù mi ha dato è molto di più di ogni cosa che potrò mai dare io. Metteteci il cuore anche voi!