Pertosse: se la conosci la eviti: come proteggere il bambino nei primi mesi di vita. Ne abbiamo parlato con il Dott. Salari
“I vaccini sono vittima del loro stesso successo” lo ha ripetuto anche il Dott. Salari in occasione del Baby Shower Party organizzato da Fattore Mamma lo scorso 3 dicembre. Con lui, la Dott.sa Bozzola, in collegamento da Roma e la Dott.sa Pignatti, si è parlato in particolare di pertosse e di come proteggere i neonati ancora troppo piccoli per essere vaccinati.
La pertosse è una malattia infettiva di origine batterica molto contagiosa, causata dal batterio Bordetella pertussis ed è considerata una malattia infantile – come la rosolia, il morbillo, la varicella e la parotite – poiché colpisce prevalentemente bambini sotto i 5 anni.
Il contagio avviene per via aerea e la pertosse tocca tre fasi: incubazione (12-14 giorni), periodo catarrale (1-4 settimane) e periodo parossistico, che dura da 3-4 settimane fino addirittura a 10 settimane. Gli attacchi di tosse possono raggiungere i 40 al giorno, con episodi di apnea soprattutto nei bambini più piccoli. Tra l’altro è molto difficile da diagnosticare, per cui il trattamento antibiotico spesso viene intrapreso in ritardo o non praticato, per cui il batterio continua a circolare.
Insomma, si potrebbe pensare, per noi che appunto siamo “vittime” del successo della vaccinazione, che la pertosse sia soltanto una tosse più forte e duratura delle altre… Ma non è così: pensate, per capirne la violenza, che i colpi di tosse possono essere talmente forti da fratturare le costole del neonato e possono causare emorragie sottocongiuntivali e del naso.
La Dott.sa Pignatti, fondatrice dell’Associazione Iovaccino, ci ha mostrato un video di sua figlia, che da piccolissima ha rischiato di morire di pertosse (cercatelo sul web) e vi assicuro che qualsiasi mamma non può non sentirsi male di fronte a quelle immagini.
E infatti la pertosse può avere complicazioni molto serie e ha un impatto particolarmente grave nei bambini con meno di 1 anno di età. In questo caso può avere una letalità fino al 70% per complicanze broncopolmonari e neurologiche (tra cui encefaliti)
Paradossalmente, proprio i bambini molto piccoli sono più esposti al pericolo di contrarre la pertosse, perché il primo ciclo di vaccinazione è previsto a otto settimane di vita.
Come possiamo, quindi, proteggere il bambino nei primi due mesi di vita, quando ancora non può essere vaccinato contro la pertosse?
Sicuramente le strategie sono due:
- Vaccinazione nel terzo trimestre di gravidanza: questo è il momento utile per fare in modo che le immunoglobuline prodotte dalla madre siano trasferite al feto, coprendolo fino al ciclo di vaccinazione primaria
- Strategia Cocoon: vaccinazione di tutti i componenti della famiglia e di chi starà a stretto contatto con il bambino nei primi anni di vita
A tale riguardo le obiezioni sono due: vaccinare in gravidanza?! E perché vaccinare tutta la famiglia, se magari qualcuno ha già avuto la pertosse o è vaccinato?
Il piano vaccinale 2017-2019 annovera, tra le novità, proprio il consiglio di vaccinarsi durante l’ultimo trimestre di OGNI gravidanza per alcune malattie, tra cui la pertosse. Io stessa ho ripetuto questo vaccino durante la gravidanza di Gregorio, insieme a quello contro il meningococco di tipo b, allora appena rilasciato.
Il vaccino per la pertosse è un acellulare, cioè non contiene il batterio intero ma solo alcune sue componenti proteiche. Non ci sono quindi rischi significativi per la salute, nemmeno durante l’ultimo trimestre di gravidanza
Perché tutti i componenti della famiglia devono vaccinarsi? L’immunità contro la pertosse, sia naturale che acquistata con la vaccinazione, inizia a diminuire dopo 4 anni, fino a diventare inattiva dopo circa 12/20 anni (ecco perché attualmente molti casi riguardano adolescenti che non hanno effettuato il richiamo); ciò significa che di pertosse ci si può riammalare anche se la si è già contratta, ma anche che la vaccinazione va ripetuta ad intervalli regolari (consultate il vostro medico per ogni dubbio).
Voglio concludere con una frase del Dott. Salari. che riassume un po’ il pensiero della comunità scientifica in merito alle vaccinazioni: “Chi non vaccina è come se in auto non indossasse le cinture di sicurezza… Può avere fortuna, ma in caso di necessità se non le ha allacciate…”
Post in collaborazione con Educom