#pidocchinientepanico è il primo hashtag che dovrebbero insegnare alle mamme con bimbi in età scolare (sì, sogno un mondo dove alle mamme si diano lezioni di hashtag, anziché di cucina). Perché i pidocchi ahimè esistono, sono tra noi ma non se ne parla, come se la parola pidocchio e quella vergogna andassero di pari passo.
Dite la verità, amiche mamme: mai avuto problemi di pediculosi (che poi già a sentire il termine viene voglia di grattarsi)? Beh io sì è purtroppo ne sapevo ben poco! In rete quatto anni fa, quando è successo a me, si trovavano scarsissime informazioni e soprattutto nessuna testimonianza diretta e ancora oggi molte madri nascondono alle maestre che i figli sono stati visitati dal terribile nemico chiamato pidocchio, cosa che tra l’altro facilita non poco il contagio!
Ho “preso i pidocchi” quando la mia prima figlia frequentava da pochi giorni il nido e la seconda era appena nata. Praticamente una tragedia, primo perché per giorni ho scambiato il prurito per una dermatite – dando ai pidocchi tutto il tempo per moltiplicarsi allegramente sulla mia testa – e secondo perché avevo più o meno un metro di lunghi e fluenti capelli neri.
-“Ommioddio, devo tagliarli?” – chiedo a mia madre;
– “Ma no, basta usare il petrolio in barattolo, quello della ferramenta, lo tieni sul capo per un quarto d’ora e via”- risponde da vecchia saggia che il pidocchio l’ha conosciuto negli anni d’oro.
Capelli imbevuti di petrolio. Incellophanati per un quarto d’ora. Risultato? Dermatite vera, cuoio capelluto ustionato e… Pidocchi vivi.
Il secondo tentativo è stato col classico shampoo schiumoso con pettinino di ferro post-operazione che avrebbe dovuto asportare i morti di guerra. Sembravo aver vinto, ma loro – le temibili e quasi invisibili lendini, ovvero le uova dei pidocchi – non erano morte e si sono schiuse pochi giorni dopo.
Un amico farmacista a cui mi sono rivolta dopo circa due settimane di trafila ha risolto il tutto con prodotti specifici, dicendomi anche che se fossi andata subito da lui, magari (ma io mi vergognavo)… E aggiungendo che tagliare i capelli toccati dai pidocchi è un falso mito, ma i miei dopo petrolio e shampoo fai-da-te erano così rovinati che ho dovuto farlo.
Non so se sono l’unica mamma ad essersi presa i pidocchi al posto di sua figlia (per fortuna, aggiungerei), ma sicuramente una buona informazione nelle scuole anziché il semplice cartello “sono stati riscontrati casi di pediculosi” sarebbe una gran bella cosa. Oggi questa campagna di sensibilizzazione scolastica e non solo viene portata avanti da Hedrin, brand produttore di fantastici trattamenti privi di agenti chimici e comodissimi (avete presente quanto faciliti la vita della mamma disperata a causa dei pidocchi uno spray da mettere sulla testa di vostro figlio la mattina e da risciacquare semplicemente quando torna a casa?).
Partecipate anche voi a “Il pidocchio quiz” e scoprite quanto ne sapete sui pidocchi e vincere il super premio finale di 1000 euro in abbigliamento per bambini!
Sfatare i falsi miti sui pidocchi non è mai stato così divertente!
Questo post è offerto da Hedrin