Questo post inizia con un estratto de Il Piccolo Principe. No è un libro che adoro, fatta salva questa parte. Si parla di amore e di amicizia, con una parafrasi semplice e un esempio, il principe e la volpe, che ci portiamo dietro per il resto della vita, sperando appunto di trovarlo quel principe.
“Ci sono dei cacciatori su questo pianeta?”
“No”.
“Questo mi interessa. E delle galline?”
“No”.
“Non c’e’ niente di perfetto”, sospiro’ la volpe. Ma la volpe ritorno’ alla sua idea:
“La mia vita e’ monotona. Io do la caccia alle galline, e gli uomini danno la caccia a me. Tutte le galline si assomigliano, e tutti gli uomini si assomigliano. E io mi annoio percio’. Ma se tu mi addomestichi, la mia vita sara’ illuminata. Conoscero’ un rumore di passi che sara’ diverso da tutti gli altri. Gli altri passi mi fanno nascondere sotto terra. Il tuo, mi fara’ uscire dalla tana, come una musica. E poi, guarda! Vedi, laggiu’ in fondo, dei campi di grano? Io non mangio il pane e il grano, per me e’ inutile. I campi di grano non mi ricordano nulla. E questo e’ triste! Ma tu hai dei capelli color dell’oro. Allora sara’ meraviglioso quando mi avrai addomesticato. Il grano, che e’ dorato, mi fara’ pensare a te. E amero’ il rumore del vento nel grano…”
La volpe tacque e guardo’ a lungo il piccolo principe:
“Per favore… addomesticami”, disse.
“Volentieri”, disse il piccolo principe, “ma non ho molto tempo, pero’. Ho da scoprire degli amici, e da conoscere molte cose”.
“Non ci conoscono che le cose che si addomesticano”, disse la volpe. “Gli uomini non hanno piu’ tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose gia’ fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno piu’ amici. Se tu vuoi un amico addomesticami!”
“Che cosa bisogna fare?” domando’ il piccolo principe.
“Bisogna essere molto pazienti”, rispose la volpe. “In principio tu ti sederai un po’ lontano da me, cosi’, nell’erba. Io ti guardero’ con la coda dell’occhio e tu non dirai nulla. Le parole sono una fonte di malintesi. Ma ogni giorno tu potrai sederti un po’ piu’ vicino…”
Il piccolo principe ritorno’ l’indomani.
“Sarebbe stato meglio ritornare alla stessa ora”, disse la volpe.
“Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi alle quattro, dalle tre io comincero’ ad essere felice. Col passare dell’ora aumentera’ la mia felicita’. Quando saranno le quattro, incomincero’ ad agitarmi e ad inquietarmi; scopriro’ il prezzo della felicita’! Ma se tu vieni non si sa quando, io non sapro’ mai a che ora prepararmi il cuore… Ci vogliono i riti”.
“Che cos’e’ un rito?” disse il piccolo principe.
“Anche questa e’ una cosa da tempo dimenticata”, disse la volpe. “E’ quello che fa un giorno diverso dagli altri giorni, un’ora dalle altre ore. C’e’ un rito, per esempio, presso i miei cacciatori. Il giovedi ballano con le ragazze del villaggio. Allora il giovedi e’ un giorno meraviglioso! Io mi spingo sino alla vigna. Se i cacciatori ballassero in un giorno qualsiasi, i giorni si assomiglierebbero tutti, e non avrei mai vacanza”.
Cosi’ il piccolo principe addomestico’ la volpe.
E quando l’ora della partenza fu vicina:
“Ah!” disse la volpe, “… piangero'”.
“La colpa e’ tua”, disse il piccolo principe, “io, non ti volevo far del male, ma tu hai voluto che ti addomesticassi…”
“E’ vero”, disse la volpe.
“Ma piangerai!” disse il piccolo principe.
“E’ certo”, disse la volpe.
“Ma allora che ci guadagni?”Ci guadagno”, disse la volpe, “il colore del grano”.
Ragazze, essere addomesticate non è una roba semplice: puoi incappare in un “padrone” premuroso, ma anche in quello che ti abbandona sul ciglio della strada. E’ un atto di fiducia e molte persone non ne colgono l’importanza. Soprattutto, pensano che una volta “addomesticata” basterà quel guinzaglio a tenerti lì e di conseguenza danno continue dimostrazioni che nulla hanno a che fare con l’amore.
A me è capitato, non so a voi, ma se non altro mi è servito a capire qualcosa sull’amore e sull’essere addomesticati:
-Fare finta di niente non è dire “mi dispiace”. Dire “mi dispiace” è dire mi dispiace;
-Vedere cosa fa “di male” l’altra persona senza mai guardare il tuo orticello ti porterà a ritrovarti con piante secche, magari l’altro si ricorda di annaffiarle e invece ti sei troppo impegnato a giudicare;
-Deludere deliberatamente non vuol dire amare. Deludere è rompere l’incanto e scegliere di non avere più la fiducia di qualcuno. Se deludi chi ami, chiedi perdono e fatti carico di ciò che questo comporta;
-L’attenzione non è solo quando vuoi tu: su tu mi cerchi solo quando vuoi tu, io mi farò trovare solo quando voglio io;
-Non accogliere è la scelta peggiore: puoi anche non comprendere il comportamento dell’altra persona, non condividerlo, ma se non la accogli e non chiedi il perchè hai perso in partenza;
-Prendersi cura di qualcuno è una responsabilità e una volta presa non puoi abbandonarla quando non ne hai più voglia: la volpe addomesticata morirà di dolore se tu la abbandoni;
-Dire “è così” quando devi dire qualcosa che fa male o dire “perchè sì” è come dire “non me ne frega un ca..o”. Ci sono tanti modi di dire “è così” e tu stai scegliendo il più semplice e doloroso;
E aggiungete tutte quelle che vi vengono in mente…