Niente epidurale e il vestito più bello: ad un mese e mezzo dalla nascita di Cora Caterina Balivo ci parla della nascita della figlia
Ad un mese e mezzo dalla nascita della sua secondogenita Cora, Caterina Balivo svela al settimanale “Chi” come sono andate le cose in sala parto. Partendo dal fatto che, in sala parto, non sarebbe nemmeno dovuta arrivarci: ispirata dal libro di Elisabetta Malvagna, la conduttrice aveva infatti scelto il parto in casa.
“Non l’ho potuto fare più in casa perché ho partorito dove ero in vacanza, a Grosseto. E certo non sarei rimasta all’Argentario, a 40 minuti dall’ospedale. Parto in casa sì, ma non da matta…”.
Il primo parto era andato diversamente: “Io ho sempre temuto il parto e del primo scrissi su Twitter: “E’ un’esperienza pulp. Anche Guido Alberto è nato con un parto senza epidurale. Ed è stato lungo e complicato, aveva due giri di cordone ombelicale intorno al collo, così abbiamo fatto l’ossitocina, è stato completamente diverso, naturale ma indotto”.
Questa volta, come dice lei “ho fatto il parto come deve essere il parto”.
“Ho cominciato a pensare: “Ma perché la cosa più naturale del mondo deve farmi tanta paura?”. Allora ho capito: quel bambino dal momento in cui nasce non è più tuo, è del mondo. C’è la paura del dolore, certo, soprattutto c’è la paura che quel che è tuo non sia più solo tuo”.
“Se un bambino arriva da un rapporto d’amore allora deve nascere con un atto d’amore della sua mamma. Ma chi ti aiuta nel parto? Il tuo bambino. E quello, allora, non è un dolore, il dolore è quando, boh, ti sparano”.
Dunque, niente epidurale, ma anche un particolare curioso sulla scelta dell’abito per il parto. La conduttrice, quando ha capito che era arrivato il momento, ha scelto il suo abito più bello, a fiori: “Non si è rovinato per niente, quando Cora doveva nascere l’abbiamo tirato su. Quando è nata, l’ho alzato e l’ho subito attaccata al seno. Quel vestito era perfetto”.