Che tu sia single o in coppia, la voglia di piangere per amore (la fine, le arrabiature, semplicemente per piangere perchè siamo esseri umani e dobbiamo espellere cortisolo) a volte compare prepotente. E allora…
Single o in coppia, ecco i 5 film sulla fine di un amore che devi vedere quando quando hai voglia di piangere!
BLUE VALENTINE, 2010.
Uno dei miei film preferiti, nella sua apparente “banalità”. Scritto e diretto da Derek Cianfrance, racconta la storia di Dean e Cindy (Ryan Gosling e Michelle Williams), un matrimonio comune, fatto di giorni ok e giorni di quasi disprezzo. “Come puoi avere fiducia nei tuoi sentimenti quando svaniscono in quel modo?”, chiede Cindy. “L’unico modo per scoprirlo è vivere quei sentimenti. Fai le valigie amore, andiamo nel futuro”, risponde Dean.
La loro storia nasce così: Cindy scopre di essere incinta e dice a Dean che probabilmente il bambino non è suo, dato che con il suo ex ragazzo, Bobby, non usava contraccettivi. Dean chiede a Cindy se vuole tenere il bambino o no, lei va ad abortire ma ci ripensa all’ultimo momento. E’ allora che Dean le dice che non gli importa se il bambino non è suo e che vuole sposarla.
Cinque anni dopo, la coppia vive nelle campagne della Pennsylvania con la figlia Frankie. Dean lavora dipingendo case, mentre Cindy è infermiera in una clinica. Una sera Dean, con grande riluttanza di Cindy, insiste per portarla fuori, realizzando una fuga romantica in un motel. Il tutto per prendersi un po’ di tempo per loro e allontanarsi per breve tempo dalle loro vite fatte di proccupazioni.
Mentre compra del vino in un negozio Cindy vede Bobby, che le chiede se ha mai tradito il marito. Cindy esita e alla fine gli dice di no. In macchina, Cindy e Dean litigano quando lei gli accenna di aver visto di nuovo Bobby. Continuano a litigare anche al motel, perfino durante il sesso. La mattina dopo Cindy viene chiamata molto presto per andare in clinica e lascia un messaggio per Dean. Alla clinica il dottor Feinberg, capo di Cindy, le chiede di una posizione che le aveva offerto, per sapere se sarebbe intertessata al lavoro. Le dice anche che in quel modo avrebbero del tempo da trascorrere insieme nei fine settimana. Visibilmente turbata, Cindy gli risponde che pensava il posto le fosse stato offerto perché è brava nel suo lavoro.
Irritato dal fatto che Cindy ha lasciato il motel senza svegliarlo, Dean si presenta ubriaco alla clinica, arrivando ad un violento alterco con il dottor Feinberg, che licenzia Cindy. A questo punto lei chiede il divorzio a Dean, ma lasciata la clinica lui cerca di convincerla a dare un’altra possibilità al loro matrimonio, chiedendole se vuole che sua figlia cresca in una casa distrutta. Cindy dice che non vuole che Frankie cresca con genitori che sono così odiosi l’uno con l’altra.
Dean ricorda a Cindy i loro voti nuziali e i due si scusano l’uno con l’altra. Dean si allontana da casa, con Frankie che gli corre dietro. Dean dice a Frankie di tornare da sua madre nonostante Frankie lo implorasse di rimanere. Dean prende in giro Frankie sfidandola in una corsa nel tentativo di rimandarla da Cindy, e continua a camminare mentre Cindy prende in braccio una Frankie arrabbiata, che grida “Gli voglio bene”.
“Non so, penso che gli uomini siano più romantici rispetto alle donne: quando ci sposiamo, lo facciamo con quella giusta; resistiamo per tutto il cammino, perché, quando conosciamo quella giusta, pensiamo che saremmo degli idioti, se non la sposassimo, è così meravigliosa! Invece, sembra che le ragazze debbano scegliere l’opzione migliore: conosco ragazze che si sposano un ragazzo solo perché ha un buon lavoro. Sprecano tutta la vita alla ricerca del principe azzurro, ma finiscono per sposare chi ha un buon lavoro e se ne resterà lì!”
“Blue Valentine” è molto più di un semplice film. È un’opera d’arte che ci invita a riflettere sul significato stesso dell’amore e della perdita. Con interpretazioni straordinarie e una regia sensibile, questo film rimarrà sicuramente nei nostri cuori e nelle nostre menti per molto tempo a venire.
L’UOMO FEDELE, 2018
Il regista italiano Luca Guadagnino firma una pellicola profonda, “L’uomo Fedele”, che ci immerge in una storia avvincente e complessa che tra i percorsi incrociati di due amici, interpretati da Timothée Chalamet (Wonka) e Armie Hammer, la cui relazione viene messa alla prova dall’arrivo di una misteriosa figura del passato.
Marianne e Abel si amano e vivono insieme, almeno fino a quando Marianne non lascia Abel perché aspetta un figlio da Paul, il miglior amico di Abel. Marianne lo sposerà presto e lui deve andarsene, in fretta. Abel non oppone resistenza e se ne va come fosse niente ma non è niente. Nove anni dopo, il cuore di Paul si ferma. Abel e Marianne si rivedono al funerale. Gli ex amanti si riavvicinano ma Eve, sorella di Paul, innamorata da sempre dell’amico del fratello, vuole Abel e dichiara guerra a Marianne. A complicare tutto poi c’è Joseph, figlio di Marianne e Paul, appassionato di enigmi polizieschi e convinto che la madre abbia avvelenato il padre.
Ciò che rende “L’uomo Fedele” davvero memorabile è la sua capacità di esplorare in profondità i sentimenti umani. Attraverso dialoghi intimi e sguardi eloquenti, il film ci porta a riflettere sul significato dell’amore, sulle sue sfide e sulle sue ricompense. Ci invita a esplorare il confine sottile tra la fedeltà e la tentazione, mettendo in discussione le nostre convinzioni e le nostre certezze.
In un’epoca in cui le relazioni sono sempre più complesse e sfaccettate, “L’uomo Fedele” ci offre una prospettiva autentica e sincera sull’amore e sull’identità. Ci ricorda che, nonostante le difficoltà e le incertezze, l’amore vero e profondo è in grado di resistere alla prova del tempo e delle avversità.
STORIA DI UN MATRIMONIO, 2019
È possibile raccontare un matrimonio attraverso il divorzio e raccontare un divorzio senza prendere veramente le parti di nessuna delle due parti coinvolte, ma empatizzando con entrambe? Sì. È ciò che fa Noah Baumbach con il suo “Storia di un matrimonio”, presentato all’ultimo Festival di Venezia e passato nelle sale italiane in esclusiva a fine novembre, prima dell’uscita in streaming su Netflix il 6 dicembre.
Protagonisti sono Adam Driver e Scarlett Johansson nei panni di Charlie e Nicole, una coppia che sta affrontando una separazione e, dopo essersi inizialmente ripromessi di non mettere in mezzo gli avvocati, si ritrova invece in tribunale a lottare per l’affidamento dei figlio di otto anni.
Divorziare con un figlio può essere la cosa più difficile della tua vita. È come una morte senza cadavere.
Regista nonché autore della sceneggiatura, Baumbach confeziona un film parzialmente autobiografico che riesce a mescolare dramma e humour senza mai perdere di vista il realismo della vicenda trattata, con Adam Driver e Scarlett Johansson in quella che forse è la miglior prova della loro carriera.
E così le visioni e le frasi si alternano e ce ne sono di davvero significative: “Tu devi essere perfetta e Charlie può essere un cazzone, non importa a nessuno. Tu dovrai sempre tenere un livello più alto, è una stronzata ma è cosi che vanno le cose”, dice Nicole.
“Quello che amo di Charlie. Charlie è indomito. Non permette che opinioni altrui o eventuali intoppi lo ostacolino in ciò che vuole fare. Charlie mangia come se volesse togliersi il pensiero e come se il cibo non fosse sufficiente per tutti: un panino dev’essere strangolato mentre viene divorato. Ma è incredibilmente preciso e mi affido a lui per tenere le cose in ordine. Risparmia l’energia elettrica. Non si guarda spesso allo specchio. Piange quando guarda i film“.
L’amore ai tempi del divorzio, film da 10 e lode. “Storia di un Matrimonio” è un’opera che ci invita a riflettere sulla natura stessa dell’amore e sulla complessità delle relazioni umane. Attraverso dialoghi toccanti e interpretazioni straordinarie, il film ci porta a esplorare le emozioni contrastanti di dolore, rabbia, e persino speranza che accompagnano una separazione.
500 GIORNI INSIEME, 2009
Dimenticatevi la donna fragile, che piange sotto montagne di fazzoletti e confezioni di gelato divorate con voracità. A struggersi per un amore finito in 500 giorni insieme di Mark Webb è Tom (Joseph Gordon-Levitt), romanticone e sognatore messo al tappeto da Summer (Zooey Deschanel), donna forte, indipendente, difesa da barriere inespugnabili dagli attacchi delle inevitabili delusioni sentimentali. Tom, invece, è il contrario di ciò che ci si aspetterebbe: succube di lei, dell’amore, forse di un’ideale.
Quando si parla di film romantici, “500 giorni insieme” (titolo originale: (500) Days of Summer) è un’opera che si distingue per la sua originalità e il suo approccio non convenzionale alle storie d’amore. Diretto da Marc Webb, il film offre uno sguardo fresco e realistico sui capricci dell’amore e le aspettative della vita, con una delle colonne sonore più belle degli ultimi 20 anni.
La storia segue la loro relazione tra Summer e Joe in modo non lineare, saltando avanti e indietro tra i giorni della loro breve ma intensa connessione.
orward che ci permettono di esplorare i momenti salienti della relazione tra Tom e Summer. Questo approccio narrativo aggiunge un livello di complessità e profondità alla storia, permettendoci di comprendere meglio le emozioni e le motivazioni dei personaggi.
Il film affronta in modo schietto e sincero il tema delle aspettative nelle relazioni amorose. Tom è convinto che Summer sia la donna della sua vita, ma le sue aspettative vengono spesso deluse dalle azioni e dalle scelte apparentemente contraddittorie di lei. Questo contrasto tra la percezione di Tom e la realtà della situazione porta alla luce la natura mutevole dell’amore e delle relazioni umane.
Ma “500 giorni insieme” non è solo un film sulla fine di un amore, è anche un’opera che celebra la bellezza dei momenti fugaci e delle esperienze che ci rendono umani. Attraverso dialoghi intelligenti e situazioni realistiche, il film ci invita a riflettere sulle nostre stesse relazioni e sulle nostre aspettative nei confronti dell’amore.
Ciò che rende “500 giorni insieme” così unico è la sua sincerità nel rappresentare l’amore nella sua forma più autentica. Il film smonta gli stereotipi romantici, mostrandoci che le storie d’amore non sempre seguono un percorso lineare e che le aspettative possono spesso differire dalla realtà
“Penso che la chiave di tutto sia capire cosa è andato storto. Non lo fate mai? Tornare indietro con la mente e ripensare a tutte le cose fatte insieme. A tutto ciò che è accaduto. Ripercorrere tutta la storia nella mente, in cerca del primo segnale di problemi”, dice Tom. direi che questo è il succo del film.
SE MI LASCI TI CANCELLO, 2004
Il titolo originale, Eternal Sunshine of the Spotless Mind, è stato ripreso da un verso dell’opera Eloisa to Abelard (1717) del poeta inglese Alexander Pope (già citata in un altro film di Kaufman, Essere John Malkovich).
Beati gli smemorati, perché avranno la meglio anche sui loro errori.
Una delle frasi centrali di Se mi lasci ti cancello, in cui Joel riflette su come sia semplice sfuggire dalla responsabilità dei propri fallimenti semplicemente dimenticando.
Com’è felice il destino dell’incolpevole vestale!
Dimentica del mondo, dal mondo dimenticata.
Infinita letizia della mente candida!
Accettata ogni preghiera e rinunciato a ogni desiderio.
La poesia che dà il titolo originale al film, pronunciata dall’infermiera Mary, il cui significato suggerisce come l’oblio possa essere la soluzione definitiva alla sofferenza emotiva, quasi sempre legata alla memoria. E una pillola sperimentale offre questo: dimenticare.
Joel scopre di non poter fermare il processo ma, prima che il suo ultimo ricordo di Clementine (in una casa sulla spiaggia di Montauk dove si erano conosciuti due anni prima durante una festa organizzata da amici comuni) venga cancellato, lei dice di amarlo e lo invita a cercarla nella cittadina marittima. All’alba i suoi ricordi su Clementine sono completamente cancellati e al suo risveglio non la ricorda più. Quel giorno però, festa di San Valentino, decide di disertare il lavoro e di prendere invece un treno per Montauk, dove incontra Clementine e dove la narrazione aggancia la prima scena del film.
“Se mi lasci ti cancello” non è solo un film sull’amore e sulla perdita, ma anche sulla ricerca di sé stessi. Il processo di cancellazione dei ricordi mette in luce la domanda fondamentale: è meglio dimenticare un amore passato o affrontare il dolore e imparare da esso?
La cinematografia di Gondry aggiunge un ulteriore strato di bellezza al film, con scenari onirici e transizioni fluide tra i ricordi. La colonna sonora di Jon Brion accompagna il viaggio emotivo, contribuendo a creare un’esperienza cinematografica coinvolgente.
In conclusione, “Se mi lasci ti cancello” è una gemma del cinema che ci invita a riflettere sulla fragilità e sulla bellezza delle relazioni umane. Con una trama innovativa, interpretazioni straordinarie e una regia magistrale, questo film è destinato a rimanere nei cuori degli spettatori come una delle opere più indimenticabili sul tema dell’amore e della memoria.