Paola Cortellesi ritorna in “Ma cosa ci dice il cervello”. La sua missione? Vendicare gli ex compagni di liceo vittime di soprusi quotidiani (e un pò anche se stessa)
Dopo “Come un gatto in tangenziale“, torna la coppia (non solo cinmetagrafica) formata da Paola Cortellesi e Riccardo Milani, con “Ma cosa ci dice il cervello”.
Il film, che uscirà nelle sale il prossimo 18 aprile, varrebbe la pena di essere visto anche solo per il cast: oltre alla Cortellesi Stefano Fresi, Vinicio Marchioni, Lucia Mascino, Ricky Memphis, Giampaolo Morelli, Claudia Pandolfi, Alessandro Roja e Carla Signoris.
Ma in realtà il motivo per vederlo è il divertimento, mixato ad un senso di riflessione sul flagello dei nostri tempi: la maleducazione. Sì perchè Paola Cortellesi, impiegata del Ministero dalla doppia vita (è in realtà un agente segreto), troverà il pretesto per vendicare i soprusi subiti dagli amici e di riscattare un pò anche se stessa.
Insoddisfatta della sua vita – un agente segreto perennemente sotto copertura che nemmeno sua figlia o sua madre stimano – Giovanna (Cortellesi) vienechiamata dalla sua ex amica di liceo per una cena con i “magnifici cinque”: Clauda Pandolfi, hostess, Lucia Mascino, pediatra, Vinicio Marchioni, allenatore di una squadra di calcio di bambini e Stefano Fresi, l’ex bello della scuola, ora professore vessato. Nessuno è pienamente soddisfatto della propria vita, ma la “sfigata” sembra proprio lei, Giovanna, un lavoro al Ministero che non ama nonostante i suoi sogni da studente.
Eppure sarà proprio lei, grazie al suo vero lavoro di agente segreto e ai travestimenti più improbabili, a “vendicare” le angherie subite dagli ex compagni sul posto di lavoro: da Fresi, preso di mira da uno studente bullo, alla Mascino, pediatra con la spalla lussata dalla mamma di una ragazzina che pretendeva un antibiotico inutile.
In una sorta di Purgatorio dantesco, la Cortellesi troverà la pena del contrappasso per ognuno di loro. Si ride dunque, e tanto, ma si riflette anche sui tempi che corrono: possibile che il padre di un bambino che aspira a fare il calciatore scavalchi l’autorità del suo allenatore?
Possibile che un professore del liceo sia “maltrattato” da un suo alunno senza possibilità di difendersi, perchè si sa, perchè si sa, i genitori di oggi i ragazzi hanno quasi sempre ragione a prescindere? Possibile, sì e purtroppo queste cose le vediamo nella nostra vita di tutti i giorni.
Ed è possibile che, inconsapevolmente, anche noi mettiamo in atto comportamenti offensivi verso l’autorità altrui, perchè siamo sempre meno abituati alla cortesia, alla gentilezza, al rispetto.
Eppure io PRETENDO che i miei figli crescano educati e rispettosi, indipendentemente da chi si trovano davanti: troppo facile dire “i miei amici si comportano male, quindi lo faccio anch’io”. Dovrete passare sul mio cadavere.
E sì, è anche piuttosto singolare vedere come nell’epoca dell’apparire siamo tutti così soli e vessati persino davanti ai nostri figli, che spesso non ci stimano, come la figlia di Giovanna: ma come nel suo caso – e pure senza essere agenti segreti – quanto spesso ci riuniamo intorno ad un tavolo a condividere con loro i nostri pensieri e le nostre fatiche?