Immaginate di essere un coniglietto che corre felice sui prati con mamma papà e fratellino, cibandovi dei tanti frutti che la natura mette a disposizione.
Immaginate un giorno arrivi un uomo che trasforma il vostro giardino preferito in un orto di sua proprietà, mangiandosi vostro padre arrosto davanti ai vostri occhi…
Ecco, questa potrebbe essere una storia triste, ma non lo è: perché Peter Rabbit è un film davvero positivo, che ci ricorda una cosa fondamentale: cercare di appropriarsi con la forza di qualcosa non conviene a nessuno, perché nelle guerre è vero che c’è un vinto, ma anche il vincitore ha le sue perdite.
Peter Rabbit è un personaggio che fa parte della mia infanzia, e non solo della mia immagino; ricordo che prima ancora di saper leggere guardavo i libri illustrati di Beatrix Potter sognando di vedere un giorno le magnifiche campagne inglesi (che poi ho visto davvero, ma al massimo ho incontrato degli scoiattoli) e di bere tè da tazze di porcellana decorate in vecchio stile inglese.
Eh già perché Peter Rabbit – aldilà della trama del film, carinissimo – porta con sè un ideale di vita campestre, ma elegante, che mi è sempre piaciuta tantissimo: una vita in cui le case sono dei magnifici cottage con il tetto a punta e grandi sale in cui dipingere, come fa la protagonista è gli orti sono rigogliosi e pieni di frutta e verdura deliziosa, come quella di Mr Mc Gregor.
Io sono cresciuta proprio così, mangiando fragole e lamponi direttamente dalla pianta e annaffiando pazientemente al calare del sole nell’orto di mio nonno. Lui era un po’ come Mr Mc Gregor, gelosissimo della sua terra e di ciò che ne nasceva e solo noi nipotini avevamo il privilegio di entrarci e raccogliere frutta e verdura che sapevano davvero di buono. Ricordo che insieme poi contavamo le uova, davamo il nome ai pulcini, io coccolavo i coniglietti e passavo ore a guardare le piccole anatre fare il bagnetto ordinate come dei bambini all’asilo.
Crescendo sono andata a vivere da sola e mi sono trasferita in città, dove anche solo i fiori sul balcone erano un’utopia, perché la natura richiede delle cure che non ero in grado di dare. Solo la pianta carnivora ha tentato di resistere a tre traslochi su quattro, ma poi ahime ha gettato la spugna.
Però il verde mi è mancato tanto e scappavo a casa dei nonni appena potevo. Quando non potevo prendevo l’auto e facevo chilometri solo per starmene ad ascoltare musica in mezzo ai fili d’erba che mi accarezzavano le gambe.
Da quando sono diventata mamma mi sono ripromessa che i miei figli prima o poi avrebbero vissuto come me il privilegio di vivere in campagna, di fare il bagno nei fiumiciattoli, di prendersi cura di piante e animali e rientrare tra le mura di casa solo quando si fa sera, perché secondo me si cresce molto più sereni. E così e stato: appena abbiamo potuto, abbiamo comprato una casa di campagna con tantissimo spazio intorno, la stiamo ristrutturando e i miei bimbi sognano il giorno in cui andremo ad abitarci.
Sono convinta che il contatto con la natura e gli animali sia capace di preservare valori che oggi fatico a vedere, credo fermamente che i bambini con le mani sporche di terra – come lo sono stata io – e con degli animali da accudire siano immensamente fortunati e felici.
Insomma, se volete assaporare tutto questo, l’amore per la campagna, quello per gli animali, l’alleanza che si deve creare tra l’uomo e la natura, non perdetevi Peter Rabbit, nelle sale dal 22 marzo… I vostri bimbi ringrazieranno 🙂