Se io fossi in me mi godrei molto di più la vita. Sì, perché non è vero che a 33 anni e con tre figlie che in tre fanno 13 anni la vita non ci si possa più godere.
Consegnerei le bambine ai nonni (ma meglio ancora alla tata) senza tanti sensi di colpa e mi prenderei una giornata intera tutta per me, mattina-sera no stop. Partirei con il togliermi finalmente questo nero corvino dai capelli (non ho più la pelle di porcellana dei vent’anni) e tornerei al mio castano naturale. Fatto questo prenderei la macchina, andrei in un posto isolato e mi metterei a prendere il sole seminuda e con le cuffie a volume altissimo come facevo fino a sette anni fa. Leggerei i miei libri di storia e di arte e mi rosolerei al sole con l’olio secco di Collistar, che non metto più perché poi lo vogliono anche le bambine e si scottano.
Se io fossi in me mi godrei i miei 33 anni senza pensare che iniziano ad essere tantini. Mi godrei un fisico che nonostante tre gravidanze non mi ha mai abbandonato e che è molto meglio di quando ne avevo venti, smettendo di non amarlo. Non mi vergognerei nemmeno delle mie gambe “secche” e indosserei solo shorts cortissimi finché me lo permettono, invece mi vergogno.
Se io fossi in me mi prenderei questa giornata per me, o perché no due giornate o tutto il weekend senza pensare a mio marito, non perché non lo ami, ma perché lui al posto mio potendo lo farebbe. Mi farei un altro tatuaggio (il settimo) dedicato solo a me e mi reinfilerei il piercing all’ombelico, perché ho la pancia piatta come una ventenne eccheccavolo.
Se io fossi in me mi amerei, perché sono una che non si è mai arresa nella vita e smetterei di pensare di essere io quella sbagliata, mentre in realtà forse sono circondata da una marea di teste di c…o succhia-energie che sfruttano il mio essere impulsiva ma, fondamentalmente, una gran cogliona.
Se io fossi in me sarei felice della mia bella famiglia allargata mandando a quel paese chi si sente di dare giudizi o chi, peggio ancora, viene a dirmi come dovrei comportarmi senza sapere minimamente come avere un atteggiamento intelligente per il bene di tutte le vite che ci sono in gioco. Se io fossi in me escluderei chi non si comporta così dalla mia vita, a costo di allontanarmi fisicamente.
Se io fossi in me comprerei una casa fuori città e lì abiterei (con connessione wi-fi, chiaro), cucendo a mano gli abiti miei e delle bambine e raccogliendo mazzi di fiori selvatici ogni mattina, dopo aver sorseggiato caffè americano.
Se io fossi in me mi godrei ogni momento della vita delle mie bambine sapendo che sono attimi che nessuno ti ridà, invece di arrabbiarmi ogni giorno per lavoro e non solo. Cucinerei per loro crostate alle more e verdure di tutti i tipi, senza preoccuparmi del brutto aspetto dei miei piatti, perché a loro non importa.
Se io fossi in me, ma al momento non lo sono, dormirei serena per le conferme che sto avendo sul piano lavorativo e non troverei sempre il “se” e il “ma”. Sorriderei e sarei fiera di me.
Se fossi me farei un altro figlio, perché quei nove magici mesi ricaricano più di un anno sabbatico.
Ma in questo momento non sono in me: in questo momento sono una tris-mamma con bambine a casa che cerca di trovare dei miseri spazi per lavorare, figuriamoci per prendersi cura di se stessa. Capita e di solito passa, ma sono momenti di sconforto che colpiscono tutte le madri, credo, perché sembra di arrivare a fine giornata senza aver fatto abbastanza, nonostante ci si addormenti esauste sul divano cinque minuti dopo l’inizio di un film.
Se io fossi in me saprei che passa e lo so. Ma nel frattempo, sono così stanca che non riesco ad apprezzare le tante cose belle che mi circondano.
Buona notte e che sia una notte senza pensieri.