“Troppa crudeltà nell’uccidere i coccodrilli”, Jane Birkin chiede ad Hermès di togliere il suo nome dalla celebre borsa. Chi la spunterà?
Divorzio annunciato tra l’icona senza tempo Jane Birkin e il colosso Hermès. Almeno così vorrebbe lei, che chiede di rimuovere il suo nome dalla celebre borsa icona della maison dopo oltre 30 anni di felice (e sicuramente proficuo per entrambi) accordo commerciale.
“Dopo essere stata avvisata delle pratiche crudeli subite dai coccodrilli durante la loro macellazione per la produzione di borse Hermès che portano il mio nome, ho chiesto al gruppo Hermes di dare un altro nome alla Birkin bag fino a quando l’azienda non implementerà migliori pratiche che rispondono alle norme internazionali per la produzione di questa borsa”
ha spiegato ufficialmente Jane Birkin in una dichiarazione rilasciata dalla PETA, celebre organizzazione no-profit animalista americana.
Ma cosa ha scatenato la sua ira? Da circa due mesi gira sul web un video in cui gli inviati PETA visitano in incognito due allevamenti di coccodrilli. In entrambi gli allevamenti presi in esame, uno in Texas e uno in Zimbawe, si utilizzano effettivamente pratiche agghiaccianti nell’uccidere i coccodrilli senza rovinarne la preziosa pelle. Le immagini ve le risparmio perchè realmente molto crude. Ciò che conta è che entrambi gli allevamenti confermano per bocca dei responsabili intervistati nel video dalla PETA, che quella pelle di alligatore diventa prodotti Hermes, tra cui la Birkin bag. Ma Hermès, chiaramente, non ci sta e rilascia questa dichiarazione.
“Hermes rispetta e condivide le emozioni della signora Birkin ed è rimasto scioccato dalle immagini trasmesse online. Intanto un’indagine è in corso presso l’azienda texana coinvolta nel video. Qualsiasi violazione delle norme sarà quindi sanzionata”. Hermes precisa inoltre che questa fattoria non appartiene a loro e le pelli di coccodrillo in dotazione non sono utilizzate per la fabbricazione di borse Birkin perché Hermès impone ai suoi partner i più alti standard nel trattamento etico dei coccodrilli. Da oltre 10 anni che organizziamo visite mensili ai nostri fornitori, controlliamo le loro pratiche e la loro conformità con le norme di macellazione stabilite da esperti veterinari e dalla Fish and Wildlife, e le regole stabilite dalla Convenzione di Washington del 1973 che definisce la protezione delle specie in via di estinzione”.
Una Birkin bag può costare dai 6mila ai 100mila euro (sì, avete letto bene, CENTOMILA). Questa IT-bag è nata nel 1981 dopo uno scambio di idee la Birkin e l’allora amministratore delegato di Hermes, Jean Louis Dumas,. Oggi è la borsa più celebre al mondo e viene ogni giorno indossata dalle celebrities, addirittura molte di loro sono finite in liste di attesa lunghe mesi per averne una (e parliamo di donne del calibro di Kim Kardashian, Jennifer Lopez, addirittura Victoria Beckham).
Cosa faranno ora tutte queste regine del gossip, che di solito si mostrano molto sensibili alle pratiche cruelty-free? Chi vivrà vedrà. Io azzardo il mio pronostico: verrà fuori che questi due allevamenti in realtà non producono per il colosso francese… Scommettete?