Ieri sera, dopo tanto pensare e tanto rimuginare sulle mie mancanze da mamma, visto le critiche a cui tutte più o meno siamo sottoposte, mi è uscita spontanea una risposta: “Sai che c’è? Io preferisco un figlio felice che un figlio perfetto”. Cazzarola, una sacrosanta verità partorita così, in due secondi.
Nel mio caso parlavo di una figlia, nello specifico Eva Maria – per gli amici la Pagnotta – tre anni e un argento vivo addosso con cui compensa e ogni giorno mi fa dimenticare fino alla visita successiva i problemi cardiaci che la accompagnano fin dalla nascita. Eva non sta ferma per più di due minuti, nemmeno quando dorme. Se sei vicino a lei, deve ribadire continuamente la sua presenza con frasi come “io sto con te”, “non lasciarmi sola”, accompagnate da un abbraccio e un bacio; se per caso mi sposto in bagno o in qualsiasi altro luogo vicino o lontano, mi cerca disperatamente e così fa con chiunque le ispiri fiducia (fiducia che riserva a pochi, ma di solito ci inzecca benissimo).
Ecco, Eva Maria è la terza di tre bambine e con lei, vuoi i suoi problemi, vuoi la mia costante sensazione di esserne la causa, vuoi la paura che questo incanto possa finire da un giorno all’altro, sono molto meno rigida che con le sue sorelle. Il che non significa che non abbia un’educazione, significa semplicemente non pretendere che sia perfetta, non pretendere che stia a tavola senza mai alzarsi, non pretendere che non faccia capricci, non volere a tutti i costi che sia la più brava o la più bella. Voglio che sia se stessa, con tutto ciò che di bello e di brutto ne consegue.
Sembra banale, ma non lo è.
Vi siete mai chieste quante volte avete desiderato un figlio perfetto solo per sentirvi dare delle brave mamme, più che per far del bene a lui/lei o a voi stesse?
Mia figlia adora le scarpe; adora gli occhiali da sole; detesta la carne ma in compenso ama alla follia la pasta al pomodoro; adora farsi accarezzare la schiena e dirmi quanto mi vuole bene, ma non accetta per nessun motivo di dare baci che non siano sentiti; non risponde ai saluti se non le vai a genio, non la compri con un gioco, con un’attenzione data ogni tanto, ma se vede che le vuoi bene pian piano cessa ogni ostilità. Mia figlia prende letteralmente a cazzotti le sorelle nonostante le abbia spiegato in ogni modo possibile che non si fa, ma poi le abbraccia e le bacia come un’innamorata, ama suo nonno alla follia ma in tre anni non ha ancora accettato il fatto che conviva con sua nonna, mia figlia detesta alzarsi presto per andare a scuola, ma resterebbe accanto a me sul divano che scrivo con il pc fino alle tre di notte, guardando film che non le piacciono e annoiandosi, basta stare con me. Adora i picnic improvvisati ma ci sono giorni in cui a casa le andrebbe di traverso anche un fico secco.
Ieri mattina mia figlia, sempre quella assolutamente imperfetta, sentiva l’impellente bisogno di un paio di occhiali da sole rosa, vai a capire il perchè. Un desiderio stupido, o secondo parecchie mamme un capriccio. E’ stata felice tutto il giorno con i suoi occhiali, costati meno di due giri alle giostre. Certo, riceve anche dei no – parecchi – e non sempre da figlia non perfetta li prende bene, capita anche che si sdrai per terra urlando. Però vi assicuro, il sorriso di un figlio felice è contagioso, forse studiato apposta per farsi più forte quando sei tu, mamma, a non averne di sorrisi. Niente a che vedere con lo stare a tavola due ore intere senza fare capricci o con l’andare a dormire senza protestare.
Mia figlia è felice e questo fa di me una buona madre… Fa di tutte noi, mamme di bimbi imperfetti ma sorridenti, delle ottime madri. E la prossima volta che qualcuno prova a farvi notare come vostro figlio “non vada bene”, voi rispondetegli facendogli leggere questo post. Meno perfezione, più felicità.