Ma le tue figlie che dicono del tuo lavoro di blogger? Non si annoiano a starti dietro? la risposta in queste parole e in degli scatti che tolgono ogni dubbio in proposito
Qualche giorno fa chiacchieravo con un’amica che mi ha fermato, parlavamo dei rispetivi lavori e ad un certo punto lei mi fa: “ma sai che parlando con tua suocera mi è venuto da sorridere, perchè in pratica mi ha chiesto che lavoro fai?”. Ecco, non è che io non abbia mai spiegato a mia suocera (che adoro nonostante sia in apparenza burbera) come faccio a mantenermi, ma ammettiamolo, il mestiere di blogger non è facile da spiegare ai non addetti ai lavori. Mi sono ripromessa – e soprattutto ho promesso alle ragazze che mi seguono e mi fanno domande in merito – che approndirò molto presto l’argomento, cercando di darvi dei tips per iniziare e affermarvi come blogger, ma per ora voglio affrontare l’argomento da un’altra angolazione.
In molti mi chiedono infatti come vivano le mie figlie la mia scelta di un lavoro che spesso richiede la loro presenza per shooting fotografici o partecipazioni ad eventi, a volte ad ore di distanza da casa e con frequenti spostamenti e io ho deciso di farlo sulle pagine del blog di Sarabanda e vi ripropongo la questione anche qui, perchè la scelta del mio lavoro ha ovviamente molto a che fare con la qualità di vita delle mie bimbe.
Partiamo da una premessa: con un blog si guadagna e anche molto bene, se non si ha fretta, si studia e si seguono i giusti criteri. Ma la mia scelta di dedicarmi a questo lavoro mollando il precedente non deriva solo da questo: in cuor mio ho sempre saputo che stavo facendo la cosa giusta, perché fare la blogger o meglio la MAMMA BLOGGER (nel mio caso con un occhio di riguardo al mondo della moda), mi permette di passare tanto tempo prezioso con le mie bambine, tempo che normalmente avrei trascorso lontana da loro, persa in riunioni interminabili o dietro a clienti che vogliono cose impossibili, con conseguenti rodimenti di fegato e incazzature serali che non fanno bene a nessuno, tantomeno a una plurimamma.
Mamme a Spillo, che è nato praticamente insieme alla mia terza bimba, mi permette invece di organizzare il mio tempo in maniera piuttosto autonoma durante la settimana (certo, questo a volte significa anche lavorare per 12 ore filate o riprendere a farlo quando tutti sono a letto…), di avere il tempo di portare la bambine con me dal parrucchiere – tanto per dire una cosa che adoriamo fare insieme – di rimanere un pò di più a letto con la piccina che entra più tardi all’asilo e ora mi permetterà anche di dare a Gregorio che sta per nascere il tempo necessario per abituarsi alla mia assenza senza dover rientrare dopo i canonici 3/6 mesi, perchè il mio lavoro non conosce pause è vero, ma lo puoi svolgere tranquillamente anche da casa.
Le mie bambine non hanno mai vissuto il mio lavoro come una costrizione, ma d’altra parte non lo vivono nemmeno come un gioco: sanno che è grazie a questo che io posso mantenerle e che sul set, agli eventi o ovunque dobbiamo andare avranno tantissimo svago, ma devono anche dedicarmi dei minuti in cui prestarmi attenzione, ascoltare i fotografi, seguire le indicazioni che vengono impartite.
Ovviamente da parte di tutti, organizzatori e noi blogger, c’è la massima attenzione verso la qualità degli eventi a cui partecipiamo: sia gli eventi che gli shooting fotografici, che le sfilate o quant’altro sono kids-friendly, ovvero studiati in modo tale da non far mancare nulla in primis propio ai bambini, nè in termini di divertimento, nè in termini di comfort (avete visto come si sono divertite a studiare da principesse con Disney?). Ecco perchè sul set o agli eventi non manca mai almeno una persona di riferimento che si prenda cura di loro nel momento in cui sono “libere” e io sto lavorando, proprio come è accaduto durante l’ultimo shooting milanese organizzato per immortalare gli ultimi mesi della mia gravidanza.
In questo caso ad esempio le bimbe dovevano indossare i meravigliosi abiti estivi della collezione p/e 2016 Sarabanda, ma siamo ancora in pieno inverno, per cui non solo gli ambienti erano molto riscaldati, ma c’era una persona addetta ad aiutarle a mettere e togliere le scarpine e giubbini, a portare bibite e patatine e a controllare che non andassero troppo in giro facendosi del male.
Il set di questo bellissimo shooting realizzato con la fotografa di gravidanze e bambini Lisa Conti è il meraviglioso Gattopardo Cafè, una chiesa sconsacrata nel cuore di Milano, spesso utilizzata come location per party molto chic, matrimoni e quant’altro. Anche nella scelta degli abiti, che dovevano essere bianchi per non contrastare con l’ambiente, la prima preoccupazione è sempre quella di rispettare i gusti delle bimbe: se Eva Maria e Giulia infatti adorano gonne e vestiti vaporosi, Elena Sofia si sente più “adulta” e preferiva un completo con pantaloni candidi e maglioncino impalpabile.
Ma la nostra giornata, come sempre quando siamo in viaggio per lavoro, è iniziata molto prima, con un’abbondante colazione in hotel con vista Milano e un marito e papà premuroso che ci ha spalmato la Nutella nei cornetti (solo la principessina Elena preferisce il salutare latte con cereali!). La colazione a letto è una coccola che veniva riservata anche a me da bambina e mi piace pensare che da grandi anche le mie figlie coccoleranno così i miei nipotini!
Questo shooting aveva molto a che fare con il mio mestiere, perchè voleva celebrare un’idea di maternità che ha molto a che fare col mio stile di vita: una mamma in dolce attesa, dunque nella stagione più bella della vita, stretta e protetta da suo marito e dalle sue bambine, che sono la cosa più preziosa che una donna possa “possedere”. Bambine che non devono restare a casa con le tate quando io lavoro, ma che spesso mi seguono e sono partecipi della mia vita al 100%; splendide principesse di una splendida favola incentrata sui temi dell’amore e della famiglia. Con abiti candidi, come il candore di qualsiasi bambino, con sorrisi che raccontano la gioia dello stare insieme, con manine che proteggono amorevoli il fratellino che sta per nascere.
Ecco perchè amo il mestiere di blogger che mi sono costruita: perchè il tempo che trascorriamo con i nostri figli è un dono, quindi io sono una privilegiata e loro con me, aldilà dei meri aspetti economici.