Come si fa a sopravvivere alle critiche senza minare l’autostima e senza rischiare la gastrite? Ecco qualche consiglio di sopravvivenza
Diciamolo, non è facile per nessuno affrontare le critiche; possiamo riceverle con cortesia anche quando sono pungenti (certo, con molto autocontrollo), possiamo provare a ricordarci che le critiche servono anche a migliorarci, possiamo non buttarla sul personale… Ma la verità è che le critiche vanno contro il nostro naturale bisogno di sentirci accettati e approvati ed è facile averne paura e quindi reagire male.
Ultimamente sono stata bersaglio di molte critiche, spesso davvero gratuite. Basti pensare alla famigerata foto dell’allattamento, in cui persino Maurizio Costanzo (grande esperto dell’argomento, non c’è che dire) si è sentito di darmi dell’esibizionista.
Possiamo continuare con la prima puntata di Coppie in Attesa 2 di ieri sera, in cui il commento più carino sui social è stato “dimostra dieci anni in più” (ma certo, immagino che anche voi vi mostrereste senza problemi a 4 milioni di telespettatori con la maschera verde all’argilla e i capelli tirati indietro tipo strega…).
La domanda più frequente delle mie lettrici è proprio: “come fai a mantenere il self control davanti a critiche spesso davvero cattive?”. Semplice, tengo sempre a mente questo motto:
Se vuoi evitare le critiche, non fare niente, non dire niente, non essere niente
Elbert Hubbard
Detto ciò, la prima cosa che cerco di valutare prima di infervorami è: questa critica è costruttiva? Ha lo scopo di motivarmi o farmi modificare un mio comportamento errato? Perchè in questo caso le critiche vanno accettate, eccome, anzi bisogna farne proprio tesoro. La maggior parte delle critiche via social sono invece fino a se stesse e formulate con il solo scopo di ferirmi e quindi lascio direttamente perdere (a meno che non si tratti di offese pesanti, che cancello direttamente).
Poi ci sono delle semplici regole comportamentali da applicare per non prendersela troppo:
1. Accettare che non siamo perfette: nè fisicamente, nè caratterialmente, nè nei nostri ruoli (vedi quello di mamma o moglie). Nessuno lo è, nemmeno chi ti critica. E’ proprio sbagliando che si impara, come dicevano i nostri nonni e l’importante è non perseverare.
2. Non avere reazioni sproporzionate: ok, il primo istinto è quello di arrabbiarsi, non arrivando nemmeno alla fine della frase del nostro interlocutore, ma non va bene. Mantenendo un atteggiamento aperto e calmo ci si spiega meglio e non si dà l’impressione di essere permalose
3. Mettersi in discussione: magari ci sembra di aver fatto tutto bene, ma dall’esterno si possono vedere cose che a noi sfuggono. Per questo è importante chiedere all’interlocutore di esprimere una critica il più possibile mirata e modificare quel particolare.
4. Chiedersi se chi ci critica non vorrebbe in realtà essere al posto nostro: detesto chi si sente costantemente invidiato, ma è innegabile che l’invidia esiste e spesso porta a sminuire l’altro perchè è “più” di noi. In questo caso non vi confondete proprio. La persona invidiosa cerca proprio di attirare la vostra attenzione e voi non datele soddisfazione.
5. Non perdersi di vista: ci sono periodi (per me è uno di questi) in cui siamo sommersi da critiche e se non abbiamo una forte autostima rischiamo di crollare sotto il loro peso. Ma in fondo sapete che c’è, se si fanno delle cose dopo averle ponderate con attenzione e gli altri criticano, è un problema loro: siamo noi i soli a decidere cosa sia giusto o sbagliato nel nostro caso specifico, ovviamente finchè queste decisioni non feriscono altri.
6. Dire grazie: se la critica è costruttiva, è d’obbligo. Se non lo è, spiazzerà talmente tanto chi l’ha formulata al solo scopo di ferirvi che la questione si chiuderà immediatamente.
Ma soprattutto… Non ingrandite la critica all’inverosimile.
Se attaccano il vostro aspetto, non stanno attaccando voi come donna (perchè siete anche altro, vero?). Se vi criticano nel lavoro o in qualsiasi altro aspetto specifico, anche. Finitela lì. Continuerete ad esistere come donne, mamme, lavoratrici, moglie, zie, sorelle anche dopo la più aspra delle critiche.
E ricordate: i criticoni spesso hanno solo bisogno di un abbraccio:)