Molti genitori sembrano avere una vera e propria fobia verso la febbre dei loro piccoli… è importante invece informarsi al meglio per trattarla in modo opportuno ed evitare disagi ai bambini e inutili ansie ai genitori
Ecco alcune importanti informazioni frutto di un incontro con la dottoressa Sabbioni del Policentro Pediatrico.
FEBBRE: QUANDO CHIAMARE IL PEDIATRA
I casi in cui contattare immediatamente il pediatra sono questi:
- il bambino ha meno di sei mesi (questo perché in un bambino molto piccolo la febbre può essere il campanello di allarme di una patologia più seria)
- ci sono convulsioni, uno stato generale compromesso, difficoltà respiratorie
- sono presenti patologie particolari nel bambino
- Il bimbo non risponde ai farmaci (la febbre si abbassa molto poco o fa fatica ad essere controllata dal farmaco)
FEBBRE “DA COLPO DI FREDDO”, FEBBRE DA DENTINI: ESISTONO DAVVERO?
Sfatiamo due importanti miti:
- Non esiste la febbre da dentini, anche se è vero che l’eruzione dei denti è un evento stressante, quindi può accadere che l’organismo risponda con un’alterazione che abbassa difese immunitarie. Ecco perché magari il vostro bimbo si ammala (per altre cause) in concomitanza all’eruzione dei dentini.
- Non esiste nemmeno la febbre “da colpo di freddo”, semmai è il contrario: stare all’aria aperta, anche in inverno, e non in ambienti chiusi riduce il contagio da virus. Certo è che se noi copriamo troppo il bambino e questo poi, sudato, rientra in un ambiente condizionato, raffreddamento e febbre arrivano eccome.
FEBBRE NEI BAMBINI: QUANDO VA TRATTATA?
Un tempo si diceva di non trattare la febbre nel bambino fino ai 38,5 gradi. Oggi ci si basa molto di più sull’osservazione del bambino stesso: se già a temperature più basse il piccolo è astenico, ha dolori, si lamenta, è opportuno trattarla con un antipiretico, che alle dosi consigliate non potrà che fargli bene.
Idem per le vaccinazioni: somministrando l’antipiretico dopo una vaccinazione è possibile abbassare la febbre, se presente, ma anche alleviare dolori e malesseri del bimbo.
Perché è questo, il malessere, che dobbiamo evitare, più che la febbre in sé.
QUALI FARMACI SOMMINISTRARE
In età pediatrica gli unici antipiretici consentiti sono ibuprofene e paracetamolo. Entrambi sono antipiretici (abbassano la febbre) e analgesici (trattano il dolore), ma in più l’ibuprofene è anche antinfiammatorio, quindi è preferibile in presenza di dolori e febbri legati ad infiammazioni.
Un tempo si diceva di alternare le due molecole ma ahimè, non fatelo: si è visto infatti che le due molecole somministrate insieme potrebbero aumentare reciprocamente la tossicità a livello renale.
Una volta iniziato con un farmaco, dunque, è bene non cambiare rispettando dosaggio e tempi di somministrazione. Sarà il pediatra a darvi indicazioni precise rispetto al peso del vostro bimbo: non cadete nel tranello del “meglio più che meno”, perché potreste causare dei danni importanti a causa di un sovradosaggio.
Prima di dire che “il farmaco non fa effetto” assicuratevi che siano passati almeno 40 minuti dalla somministrazione. Se poi il farmaco è stato preso a stomaco pieno potrebbe volerci più tempo per vedere i primi effetti.
Altro mito da sfatare è che gli antipiretici siano da assumere dopo i pasti: grazie alla loro buona tollerabilità si possono dare ai bambini anche a stomaco vuoto.
FORMULAZIONI DEI FARMACI PER LA FEBBRE IN ETA’ PEDIATRICA
La prima cosa da ricordare è che in età pediatrica va preferita la somministrazione per via orale.
Le supposte, anche nei più piccoli, sono da considerare solo se il bimbo vomita o ha la nausea. Le supposte, infatti, non permettono dosaggi personalizzati in base al peso del bambino e quindi si rischia un sovradosaggio o un sottodosaggio.
Altra raccomandazione importante: mai e poi mai utilizzare formulazioni da adulti spezzate. Utilizziamo i farmaci pediatrici che sono appositamente formulati per i nostri piccoli e cerchiamo il più possibile di attenerci alle quantità consigliate dal pediatra utilizzando i dosatori appositi (no cucchiai e cucchiaini fai da te).
Se come me avete dei figli che non riescono a mandar giù gli sciroppi, sappiate che ormai esistono anche le formulazioni alternative: potete scegliere ad esempio, le compresse molli masticabili o le pastiglie orodispersibili e provare diversi gusti (fragola, arancia, ecc…) per trovare quello che incontra maggiormente il loro gradimento.
METODI ALTERNATIVI PER ABBASSARE LA FEBBRE, Sì O NO?
No, no e ancora no.
Ormai che il bambino non vada coperto quando ha la febbre – tranne nel momento in cui questa sale causando brividi – è assodato. Ma se chiedete a mamme e zie probabilmente vi parleranno di metodi alternativi per abbassare la temperatura quali bagni in acqua gelata, spugnature, peggio ancora (qui ragazze si rischia l’intossicazione) alcool.
La temperatura più alta come detto è un meccanismo di difesa, se noi la abbassiamo meccanicamente non faremo altro che stimolare il corpo ad alzarla ancora di più per tornare a quella che sente essere la giusta temperatura per difendersi.
L’unica cosa da fare, dunque, a parte dare l’ibuprofene o il paracetamolo, è idratare bene il bambino – in un bimbo disidratato anche il farmaco aumenta i suoi effetti collaterali – anche con piccolissime dosi di acqua somministrate con la siringa, se non vuole bere.
Non fatelo mangiare per forza, ma per evitare il problema acetone proponete spesso piccole quantità di cibo, meglio con pochi grassi. Va bene tutto ciò che può essere assimilato velocemente (frutta, zolletta di zucchero, miele, ecc.) e sì, anche la Coca Cola in questo caso è consentita alle giuste dosi.
E soprattutto non obbligateli a mangiare per prendere i farmaci: gli antipiretici hanno una buona tollerabilità e quindi si possono prendere anche a stomaco vuoto.
DOLORE ASSOCIATO O NON A FEBBRE, COSA FACCIO?
Il dolore è una condizione molto fastidiosa e spesso invalidante, ma se è vero che ci preoccupiamo per un 37,2 sul termometro, è anche vero che spesso se il bimbo lamenta mal di testa, di orecchie o altro e non ha febbre diciamo ”vabbè, passerà”.
I dolori nel bambino possono essere di molti tipi e con molte cause, ma anche i più comuni spesso non vengono trattati… Ma perché non farlo, quando noi in prima persona ci cureremmo sicuramente?
Un ottimo metodo per capire se un dolore nel bambino è da trattare, è usare una SCALA VISIVA DEL DOLORE (se ne trovano tantissime nel web). In questo modo abitueremo il piccolo a dare un valore a ciò che sente e a somministrare il farmaco se il dolore è oltre una certa soglia.
L’ibuprofene è un ottimo antidolorifico, poiché, come detto, ha anche un effetto antinfiammatorio.
FEBBRE E CONVULSIONI: AIUTO, CHE FACCIO?
Ad oggi non esiste un modo per prevedere le convulsioni febbrili: sappiamo che c’è familiarità, ci può essere una recidiva di convulsioni, ma al contrario di quello che si pensa queste non sono legate a temperature particolarmente alte, piuttosto alla rapidità con cui la febbre sale o scende.
Certo è che il bimbo va portato al pronto soccorso per fare tutti gli accertamenti del caso – è successo anche a me con la prima bimba quando aveva un anno e non è piacevole – ma bisogna avere la freddezza di monitorare alcuni parametri mentre la convulsione è in atto (di solito dura molto poco).
E’ importante vedere per quanto tempo dura (in ospedale utilizzeranno questo parametro capire che tipo di convulsione è) e se la scossa è simmetrica o c’è prevalenza di un lato rispetto all’altro.
In ogni caso non aprite mai la bocca al bambino (non ce la fareste, viene serrata in maniera fortissima), limitatevi ad allentate i vestiti e verificare che non si faccia male, poi via al pronto soccorso.
Ricordatevi sempre di avvisare anche il vostro pediatra, che è il primo tramite che abbiamo tra noi e la salute del nostro bambino!
Post sponsorizzato da Reckitt Benckiser