Figli: un film sull’amore e le sue conseguenze con Valerio Mastandrea e Paola Cortellesi scritto da Mattia Torre “I figli ti invecchiano”.
I figli ti invecchiano. di dieci anni, dicono.
In pratica sono già morta e non lo so.
E se il primo figlio è uno shock, c’è l’entusiasmo della novità a fare da supporto, ma col secondo? Si può dire che il secondo figlio mette in crisi la coppia? Di questo parla “Figli”.
Questo è il tema sviscerato da “Figli”, il film di Mattia Torre sviluppato sulla base di un bellissimo monologo interpretato da Valero Mastandrea – “I figli ti invecchiano” – che parla della quotidiana lotta per la sopravvivenza di una coppia mediamente felice che decide di alzare la soglia della natalità in Italia.
Nicola (Mastandrea) e Sara (la meravigliosa Paola Cortellesi) scoprono quello che in molti scoprono con l’arrivo del secondo figlio: amici che spariscono, nonni che hanno la loro vita e quindi latitano, costi che si moltiplicano, stanchezza che ti fa dire e fare cose che non diresti o non faresti.
E a quel punto a voglia dire di dividersi i compiti 50/50, lo sclero arriva eccome.
E la coppia è sempre più isolata, più arrabbiata, più sola, in balìa di figli gelosi ed isterici e senza più la voglia di continuare il percorso iniziato in due. E c’è chi ha voglia di non tornare a casa e chi si butterebbe – letteralmente – dalla finestra.
Riusciranno Nicola e Sara ad uscire da questo empasse e far sì che i loro figli siano un collante e non una grossa forbice? Questo lo lascio scoprire a voi. Io però vi parlo della mia, dio esperienza.
Il secondo figlio, per me, non è stato un grande cambiamento: Giulia ha solo 13 mesi in meno di Elena, quindi è stato un pò come crescere dei gemelli. Ma la terza… Con la terza mi sono rivista esattamente in Sara: quella che durante i primi tempi da sola con il neonato passa dall’essere una donna indipendente al chiedere al marito, preoccupata, “ma torni vero?”.
E lui, Nicola, vive il primo giorno da solo con suo figlio come un test di sopravvivenza, peraltro senza la sicurezza di farcela. E indovinate un pò chi fa le spese di queste insicurezze)? La coppia, ovviamente, che non esiste più, se non per litigare e recriminarsi cose a caso.
Sapete che sinceramente non ho mai chiesto a mio marito come si sentisse da solo con i nostri figli? Ho dato per scontato che siccome io lo facevo senza troppi problemi, fosse così anche per lui. Così come lui ha dato per scontato e non mi ha riconosciuto molte cose.
Perchè il dialogo è una cosa già difficile di suo e quando hai un neonato che piange ed un altro figlio che chiede attenzione, spesso va a farsi benedire.
Mi chiedete se se ne esce? Beh, io ho fatto un quarto figlio, quindi vi ho già risposto! Credo che molto stia nel cambiare prospettiva: è chiaro che non avrò più esattamente la vita di prima, ma chi ha detto che non sia migliore?