Coronavirus e figli di genitori separati, cambia qualcosa sul diritto di visita? Cosa fare se si vive in città diverse?
“L’emergenza coronavirus non fa venire meno la paternità né la maternità, si resta genitori, auspicabilmente responsabili ed attenti, nel perseguimento della tutela dell’interesse prevalente dei minori che è il bene supremo da salvaguardare”
Restate a casa. Questo ci sentiamo dire dovunque e comunque. Ovviamente di noi genitori separati – e soprattutto dei nostri figli – non se n’è fregato nessuno.
Anzi, rettifico: il TG5 del 11 marzo, mattina, offriva una giornalista che sentenziava: “anche al genitore separato che deve vedere il figlio si chiede il sacrificio di posticipare!”
Ok, ma che cazzo succede? Cosa state dicendo? Che un genitore separato in tempo di Coronovirus non deve fare più il genitore?
Non è così. E per fortuna direi. Portare il figlio dall’ex coniuge o andarlo a prendere si può fare, rientra tra i “gravi motivi” da autocertificare.
Ci pensa l’avvocato Tiziana Tomeo dell’associazione Onlus Minori in primo Piano di Avellino a dipanare la matassa:
“Nonostante la delicata e grave situazione epidemiologica in cui versa l’Italia, non è certamente il caso di dare messaggi errati ed inopportuni, soprattutto per quanto riguarda la gestione della genitorialità con riguardo ai figli di genitori separati! Sento il dovere di chiarire quanto in modo confuso e superficiale è stato diffuso questa mattina dal tg 5 nell’edizione delle ore 8.00 durante il quale, nel trasmettere un servizio descrittivo dei comportamenti da seguire a causa della diffusione del coronavirus, una giornalista ha proferito la seguente frase:”anche al genitore separato che deve vedere il figlio si chiede il sacrificio di posticipare!”
“Tale affermazione disancorata da ogni dettato normativo, appare ridondante ed inesatta, oltre che inutilmente annoverata nell’ambito di una descrizione di una situazione di grave disagio sociale per la tutela del bene primario, previsto e tutelato dall’art. 32 cost che è “la salute”.
Vale la pena ricordare, al contrario, che nessun rapporto con i figli deve e può essere limitato o posticipato a causa dell’emergenza del coronavirus, e che, anche per simili contingenze, valgono sempre e comunque, le regolamentazioni statuite nei provvedimenti di separazione e di divorzio. Parimenti, in caso di figli nati fuori dal matrimonio, viene demandata alla
responsabilità e maturità dei genitori la disciplina corretta e non pregiudizievole della relazione per e con i figli, garantendo l’accesso ad entrambe le figure genitoriali.
Ciò è quanto sacrosantamente affermato in ultimo con la L.54/2006 mai modificata ed ottimo substrato normativo per dirimere i conflitti parentali. In pratica, l’emergenza coronavirus non fa venire meno la paternità né la maternità, si resta genitori, auspicabilmente responsabili ed attenti, nel perseguimento della tutela dell’interesse prevalente dei minori che è il bene supremo da salvaguardare in ogni tempo, anche e soprattutto questo singolare ed eccezionale della pandemia da coronavirus”, conclude l’avvocato Tomeo.
Insomma, pensiamo alla salute, ma anche a quella mentale: chiediamo già tanti scarifici ai nostri figli, non priviamoli anche di questo.