I vostri figli non sono i vostri figli: ovvero sull’educare ma non plasmare, seguendo il metodo Montessori e non il buon senso
Lo disse benissimo, per prima, Maria Montessori: “Ciò che la madre crea è il neonato, ma è il neonato che produce l’uomo”. Ovvero: la mamma (e il papà) generano un bambino, ma non l’uomo che sarà. E se cercano di farlo, beh… Il risultato non sarà ottimo.
Vi abbiamo già spiegato i principi chiave del metodo montessori: lasciare il bambino libero di formarsi tramite l’esperienza diretta, senza intervenire, ma solo sorvegliandolo. lasciarlo libero di sbagliare, di cadere, di rialzarsi.
«Il piccolo rivela se stesso solo quando è lasciato libero di esprimersi, non quando viene coartato da qualche schema educativo o da una disciplina puramente esteriore», scriveva la Montessori.
Ed è questo il nostro compito di genitori: dare libertà ai nostri figli, che sono dei piccoli umani con un loro carattere e una loro visione del mondo. Non spingerli ad avere le nostre idee, le nostre simpatie ed antipatie, i nostri gusti.
E tranquille, lo dice la psicologia:
a differenza degli approcci direttivi, una modalità che tenga conto della spontaneità e libertà individuale, aiuta lo sviluppo cognitivo, incoraggia il pensiero critico, crea sicurezza in se stessi.
Vi lascio con un passo de Il Profeta di Gibran, che nonostante sia tratto da un’opera scritta nel 1923, trovo più attuale che mai:
“I vostri figli non sono i vostri figli. Sono i figli e le figlie della brama che la Vita ha di sé. Essi non provengono da voi, ma per tramite vostro, e benché stiano con voi non vi appartengono. Potete dar loro il vostro amore ma non i vostri pensieri, poiché essi hanno i loro propri pensieri. Potete dar ricetto ai loro corpi ma non alle loro anime, poiché le loro anime dimorano nella casa del domani, che neppure in sogno vi è concesso di visitare.
Potete sforzarvi di essere simili a loro, ma non cercate di rendere essi simili a voi, poiché la vita non va mai indietro né indugia con l’ieri.
Voi siete gli archi da cui i vostri figli come frecce vive sono scoccate.
L’Arciere vede il bersaglio sul sentiero dell’infinito, e piega e vi flette con la sua forza perché le sue frecce vadano veloci e lontane. Fate che sia gioioso e lieto questo vostro esser piegati dalla mano dell’Arciere: poiché come ama la freccia che scaglia, così Egli ama anche l’arco che è saldo”.
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