Dire “no” ai bambini è necessario e li aiuta a crescere. Ma… Avete mai pensato al potere di un sì?
Non parlo, ovviamente, di quei “sì” che tutte noi mamme diciamo per comodità o sfinimento (sì, prendi il telefono così smetti di stressarmi e riesco a lavorare), ma di un sì consapevole, che rafforzi il legame e l’autostima.
Ripetiamolo insieme: i no sono necessari, determinano limiti e proteggono dal pericolo, ma i sì lo sono altrettanto.
Avete mai pensato, ad esempio, a quanto un “sì” possa responsabilizzare un bambino? Se, ad esempio, mia figlia che è una pigrona e una confusionaria chiede “posso invitare la mia amica a giocare da noi questo sabato?”, ma la sua stanza è un vero disastro, farò così: risponderò “sì”, ma continuerò con un: “sì, può venire se la tua camera sarà in ordine per la sera precedente”.
In questo caso, non solo l’avrò responsabilizzata, ma le permetterò di passare del tempo di qualità con me e la sua amica… Non è meglio che dire no a priori?
Tra l’altro, lodandola perchè avrà messo in ordine, accrescerò la sua autostima e la porrò in uno stato d’animo positivo e collaborativo.
Cosa accade se il bambino riceve soltanto no?
Insomma, lo abbiamo capito: i sì, quelli ragionati, aiutano genitori e figli.
Immaginate di ricevere soltanto NO, ci sono studi che evidenziano come la nostra mente e il nostro corpo reagiscano in modo completamente se posti davanti ad un SÌ o ad un NO.
Ricevendo solo “no” il bambino (e anche l’adulto, sottolineiamolo), si mette sulla difensiva, si sente alla lunga frustrato e sviluppa sensazioni di bassa autostima, rabbia e rifiuto.
Il potere di un sì
Il sì evoca sensazioni positive e predispone il bambino alla collaborazione. Tutte noi sappiamo quanto sia complicato fare i conti con bambini oppositivi e perennemente arrabbiati. A prescindere dal perché questo accada, proviamo a ribaltare la situazione.
Dire sì ci permette di creare un legame positivo con il nostro bambino, utile a gestire i momenti di conflitto quando si presentano. Significa, inoltre, stimolare la sua autodeterminazione e sentirci sollevate.
Dire sì significa, come detto sopra, potenziare l’autostima dei nostri figli, porli in una condizione di serenità, stimolare la loro voglia di fare e collaborare.
Fruittella, un buon momento per dire sì
Eva Maria ha un carattere decisamente forte, è dolcissima, ma anche molto permalosa. I no (che, ripeto, sono assolutamente necessari), con lei sono un boomerang e innescano una catena di negatività che porta a capricci inimmaginabili.
Dunque, piuttosto che rispondere con l’ennesimo “no” ad una delle mille richieste che fa, ho adottato un’altra tecnica: quella del “sì, ma, sì quando, sì se”.
Abbiamo concordato dei buoni propositi – ovvero tutto ciò che non vuole mai fare – e li abbiamo annotati su una lavagnetta: “cambia la lettiera, fai i compiti di sabato (e non domenica dopo cena)” e piccole cose simili, che non le costano eccessiva fatica, ma che danno una mano un po’ a tutta la famiglia.
Il braccialetto del sì
Torniamo ai nostri buoni propositi: Eva è bravissima a scuola, ma non parlatele di compiti! Per questo il primo proposito da rispettare è quello di svolgere i compiti del weekend il sabato e non, come fa di solito, la domenica pomeriggio dopo averglielo dovuto ripetere molte volte. Le ho spiegato che questo cambiamento, per lei insignificante, implica il poter trascorrere una domenica pomeriggio tranquilla, senza il problema di dover rimanere a casa anche se è bel tempo, solo perché lei è stata pigra.
Capitolo lettiera dei gatti, stessa storia: quando ho adottato una gattina (poi diventate due) per i bambini, ho premesso che se ne sarebbero dovuti occupare. Non perché io non possa, ma perché credo che sia una buona prassi educativa. Eppure, ogni giorno, devo “pregarle” perché puliscano la lettiera.
Mi soffermo spesso a spiegare ai miei figli che cos’è il potere di un sì: è quella cosa che permette di stare meglio in famiglia, perché si crea un clima collaborativo che regala serenità a tutti. È importante riuscire a dividersi i compiti in famiglia, come pulire la lettiera, questo non solo responsabilizza i bambini ma collaborando tutti insieme riusciamo a viverci dei momenti Sì e divertenti tutti insieme, come cucinare un buon risotto!
Imparando, l’importanza della suddivisione dei compiti, e trovando un giusto equilibri tra i no e Sì, oggi riusciamo a ritagliarci molti più momenti Sì. Infatti, quando Eva fa i compiti il sabato, invece che alla domenica, possiamo goderci una bella passeggiata domenicale in famiglia, con annesso giretto ad una mostra, ad uno dei borghi medievali nei dintorni o anche una gita al mare, senza l’ansia di dover rientrare presto.
Abbiamo accettato con positività la nuova sfida di Fruittella, di passare più momenti Sì, questo non solo permette di vivere momenti speciali e creare un legame positivo genitori figli ma grazie al KIT inviatoci da Fruittella, ogni volta che passeremo un momento Sì avvicineremo il nostro nuovo bracciale al nostro smartphone e si apre così un sito con un counter.
Il counter registra i “momenti sì” vissuti da genitori e bambini e, una volta raggiunto l’obiettivo comune, Fruittella donerà in beneficenza materiali per attività ludiche all’Associazione Arché che sostiene bambini in difficoltà.
Tramite questo rafforzo positivo, la mia bimba è portata a fare del suo meglio e io trovo ancora più occasioni per dire sì, anche quando il tempo e la pazienza scarseggiano!