Non amava essere definita così, Marta Marzotto. Ma in definitiva lo è stata. Ci ha lasciato, dopo un ricovero in ospedale, all’età di 85 anni.
A dare la notizia della scomparsa di Marta Marzotto è stata la nipote Beatrice Borromeo tramite un tweet con su scritto ” Ciao nonita mia”.
Di Reggio Emilia, leva 1931, Marta Vacondio ha iniziato dal basso, lavorando nelle risaie. Diventò poi apprendista sarta, modella e in seguito sarta.
Il cognome Marzotto lo prende dal momento che sposa nel 1954 con il conte Umberto Marzotto. Da questo matrimonio nascono cinque figli: Paola, la mamma di Beatrice Borromeo; Annalisa, venuta a mancare nel 1989, Vittorio Emanuele, Maria Diamante e Matteo.
Alla fine degli anni ’60 divorzia dal conte e diverrà la musa di Renato Guttuso: l’artista la rappresenta in varie sue opere, rea cui “Le Cartoline”. Con lui ebbe una relazione durata vent’anni. Venne terminata di colpo.
Marta Marzotto era una “donna libera”, come lei stessa amava definirsi. Una donna che viaggia molto, un po’ forse per allontanarsi e scoprire un mondo diverso dalla sua piccola provincia. Ha dichiarato di conoscere tutti i deserti del mondo, di aver esplorato ogni continente e ogni angolo. Nutriva una forte passione per gli animali, quelli esotici soprattutto.
Ma la sua vera passione era un’altra: l’arte. In tutte le sue sfumature. Sempre circondata da cose belle e da oggetti che non passavano inosservati, compresi i gioielli lussuosi. Tanto che è diventata una disegnatrice di gioielli. Ma il mondo del fashion la conosce anche per un altro motivo. Nominata icona per quello che riguarda i caftani, da lei indossati sempre, in qualsiasi occasione, anche per il matrimonio di sua nipote Beatrice Borromeo e Pierre Casiraghi. Definibile in toto uno stile di vita per Marta Marzotto.
Marta Marzotto è indubbiamente stata una gran donna, che dal nulla si è tirata su, diventando e inventandosi quella che è sempre stata. Ha avuto la costanza di definirsi e esserlo a tutti gli effetti una donna libera. E nonostante la morte di una figlia, il coraggio di sorridere sempre. Ciao Marta.