Trascorrere una vacanza con i bambini in armonia tra la natura e attività divertenti per tutti? Noi abbiamo scelto il Trentino e la Val Rendena
Se una vacanza funziona benissimo con i bambini, nonostante il maltempo, allora è la vacanza perfetta. E la nostra, in Trentino, lo è stata eccome! Ho trascorso con la famiglia (metà della famiglia a dir la verità) degli indimenticabili giorni in Val Rendena e voglio condividere con voi i momenti più belli da vivere insieme ai propri bimbi.
Ammetto che ho sempre sottovalutato la montagna: vacanza per me è sempre stato sinonimo di mare. Se ci aggiungiamo che, durante la prima settimana bianca della mia vita, ho avuto un’incontro/scontro con una trave della camera da letto, che mi era costato una settimana di immobilità, capirete cosa intendo … Però, effettivamente da quando i bambini sono diventati tanti, faccio davvero fatica ad affrontare un’intera vacanza al mare e finisce sempre che, per evitare l’insabbiamento quotidiano, mi ritrovo a vagare per le città marittime con 40 gradi all’ombra, in cerca di un’alternativa.
Il Trentino in estate è stata un’ottima sorpresa e la consiglio caldamente quale meta ideale estiva a misura di famiglia.
La Val Rendena è una valle del Trentino, racchiusa fra l’Adamello, a ovest, e il Gruppo del Brenta, a est. Comprende località “famose” per gli amanti dello sci, come Madonna di Campiglio, Pinzolo, Carisolo, terminando verso la Val Genova con delle meravigliose cascate.
Abbiamo scelto come meta Pinzolo – i vostri mariti la conosceranno per i ritiri estivi di Juventus e Roma – soprattutto per i vantaggi che offriva sulla carta: paesaggi meravigliosi, ottimo cibo, attività ricreative per bambini e anche un po’ di sano shopping (essendo infatti adiacente alla rinomata località di Madonna di Campiglio). Abbiamo pernottato in un posticino tipico: l’Agriturismo Casa al Campo a Giustino, una location perfetta a conduzione familiare e cucina a km 0 (ottima, nemmeno a dirlo).
Subito dopo il primo risveglio, un temporale estivo da manuale: non avevo mai visto tante nuvole coprire completamente le montagne. La sorpresa, salendo per pranzare al rifugio del Prà Rodont, è stata “passare attraverso le nuvole” con cabinovia e seggiovia, tra le urla di gioia di Eva Maria. Dopo la passeggiata in quota e i salti sul tappeto elastico, siamo scesi a Giustino per un laboratorio speciale: abbiamo fatto conoscenza con il magico mondo delle api, scoprendo tante curiosità sull’argomento con i bimbi che hanno costruito le loro candele con la cera ricavata dal miele (a proposito, lo sapete che l’apicoltura è davvero un universo fantastico e inaspettato?).
La casa del Geopark a Carisolo ci ha permesso di riscoprire insieme a nostra figlia la storia della formazione degli imponenti gruppi montuosi delle Dolomiti (sapevate che prima in queste zone c’era un enorme mare caldo?), ma anche conoscere particolari non rassicuranti: si stima infatti che i grandi ghiacciai ospitati nel territorio del parco Adamello-Brenta, tra circa trent’anni, non esisteranno più, a causa delle temperature in costante rialzo.
Qui, abbiamo visto in azione anche le cosiddette “marmitte”, ovvero delle buche profonde con acqua sorgiva e sassi all’interno, in cui i piccoli cuccioli di orso fanno letteralmente “l’idromassaggio”.
Altro laboratorio molto interessante è stato quello sul formaggio: i bambini hanno potuto creare la loro forma, partendo dal latte crudo appena munto e vi assicuro che il risultato finale era davvero eccezionale! Le mucche, da cui viene ricavato il latte, sono di razza Rendena e si riconoscono, tra l’altro, per la linea rossastra sul dorso. Stanno anche per diventare presidio slow food grazie alla loro carne deliziosa!
Sempre a proposito di buon cibo, pietanze caratteristiche del luogo sono la spressa, un formaggio magro a pasta semidura ed il tarassaco, che viene proposto in diverse varianti. Il più buono? Quello sott’olio!
Da buon gustai, ne abbiamo acquistati svariati barattoli, insieme al cosiddetto “radicchio dell’Orso”, da far assaggiare a parenti e amici. Squisita anche la polenta, che in queste zone non è del tutto gialla ma “puntinata”, grazie al particolare granoturco da cui viene ricavata.
Bellissimo il pranzo alle cascate Nardis, in Val Genova, dove esiste un lungo percorso pedonale e ciclabile (ma si arriva anche in auto) che passa proprio a ridosso dell’acqua. Suggestivo per i bambini ma anche per noi.
Dopo tanto camminare (e tantissimo mangiare) non poteva mancare una tappa rilassante a Caderzone Terme.
Caderzone è un paese che si è letteralmente reinventato, sfruttando le proprietà della sua acqua che già gli antichi utilizzavano per alleviare infiammazioni e dolori.
Oggi, il centro termale si è arricchito di una parte adibita a centro estetico (eccellenti i loro prodotti a base di acqua termale e acido ialuronico) e di una piscina per grandi e piccini, dove abbiamo lasciato papà e bimba durante il massaggio che mi sono concessa.
Sempre a Caderzone Terme, si può visitare il caratteristico Museo della Malga, in cui si viene catapultati in una realtà contadina in cui osservare numerosi attrezzi: da quello apposito per preparare il burro fino agli utensili domestici ed arredi e abiti tipici.
Per la mia gioia, la Val Rendena è davvero ricca di testimonianze artistiche e culturali: se avevo già avuto il piacere di ammirare diversi dipinti murali sparsi per il borgo di Carisolo, sono rimasta estasiata dalla visita delle due chiese di San Vigilio a Pinzolo e della sua “gemella” nel comune di Carisolo.
San Vigilio è una chiesa che gli amanti dell’arte tardo medievale conoscono bene, perché è stata interamente affrescata dalla famiglia itinerante dei Baschenis: se l’interno è davvero bellissimo e ricco di sovrapposizioni risalenti a diverse epoche, l’esterno lascia davvero senza fiato: sopra il duecentesco San Girolamo ad occhi spalancati, campeggia infatti la Cinquecentesca “Danza Macabra” di Simone II Baschenis, una sorta di ammonimento verso i potenti e i peccatori del tempo e un ottimo alleato per i sacerdoti di allora per spiegare il concetto di peccato e aldilà ai tanti fedeli allora analfabeti.
Ci sarebbe stato ancora tanto da vedere, sentieri da scoprire, il Muse (che è a Trento, dunque abbastanza vicino) da visitare, ma volete sapere la verità?
La montagna, molto più del mare, richiama tranquillità e ritmi lenti: si va a dormire presto e altrettanto presto si è pronti a partire con lo zaino in spalla. Noi ci siamo voluti godere questi giorni con la massima serenità.
Nuove avventure ci aspettano e noi torneremo presto!
Post in collaborazione con Visit Trentino
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